Le strade di Valletta si sono trasformate in un campo di battaglia emotivo e vibrante, quando un’ondata di attivisti pro-choice ha invaso la capitale sabato pomeriggio, chiedendo a gran voce un cambiamento che scuotesse le fondamenta della legge maltese. Il loro obiettivo? La fine del divieto assoluto di aborto! Con il sole calante che illuminava i cartelli, le voci dei manifestanti rimbombavano tra le mura storiche: “Non la chiesa, non lo stato, le donne devono decidere il loro fato”
.
In Piazza Castiglia, il cuore pulsante della protesta, centinaia si sono radunati alle 17:00, determinati a far sentire la propria voce. Bandiere e striscioni al vento gridavano messaggi provocatori, pungenti come una spada: “Se gli uomini potessero restare incinti, l’aborto sarebbe un sacramento”, “A Malta stiamo già abortendo” e “Parliamo di aborto”
. Il messaggio era impossibile da ignorare.
Malta si distingue come uno degli ultimi bastioni di resistenza contro l’aborto, con una delle leggi più dure al mondo. È l’unico paese dell’UE dove l’aborto è proibito in ogni circostanza, anche in casi di stupro. Solo un recente emendamento ha concesso l’interruzione della gravidanza se la vita della donna è in pericolo, ma per gli attivisti questo non basta.
La manifestazione, ribattezzata Abortion Rights Rally, è stata organizzata dalla coalizione Voice for Choice per celebrare la Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro, e ha raccolto attivisti non solo maltesi, ma anche da tutta Europa. Tra di loro, una figura ha catturato l’attenzione: Adriana Van Der Berg, una 70enne olandese che, con l’energia di chi ha già combattuto tante battaglie, ha dichiarato: “Negli anni ’70 protestavo per i diritti all’aborto nei Paesi Bassi. Ora, cinquant’anni dopo, sono di nuovo in strada, questa volta a Malta, per chiedere la fine di queste leggi oppressive”
. La sua testimonianza è un potente richiamo alla resistenza e alla perseveranza, che attraversa le generazioni.
Ma non sono solo le parole degli attivisti a fare eco. La coalizione Voice for Choice ha lanciato un appello deciso al governo, esigendo un’azione concreta: “Sebbene una discussione sana sia importante, è ora di agire per migliorare la situazione disperata a Malta”
. Un messaggio che non lascia spazio a dubbi, ma solo a una domanda: il governo ascolterà?
Foto: Chris Sant Fournier