Settantacinque persone hanno deciso di mettere fine a un tabù che opprime la nostra società. In un gesto coraggioso e rivoluzionario, la Voice for Choice Coalition
ha lanciato una campagna che scuote le fondamenta del dibattito sull’aborto a Malta, mostrando i volti di 75 persone, di cui un terzo afferma di aver vissuto l’esperienza dell’aborto. Un messaggio chiaro e potente, che arriva a pochi giorni dalla manifestazione a Valletta di questo sabato: basta con il silenzio, basta con la vergogna!
“Se ti sei mai chiesto chi a Malta ha avuto un aborto, sappi che queste persone non sono senza volto né senza nome,”
ha dichiarato la coalizione durante il lancio della campagna, in un’affermazione che non lascia spazio all’indifferenza.
Ma chi sono queste persone? Il più anziano tra loro ha ben 82 anni, mentre il più giovane ne ha solo 18. Storie diverse, generazioni differenti, unite dallo stesso grido di ribellione contro una legge che continua a mettere le donne maltesi in pericolo.
Secondo una ricerca pubblicata a livello internazionale, la media dell’età di chi decide di abortire a Malta è di 29 anni, e spesso si tratta di madri che hanno già dei figli. Una verità che potrebbe sorprendere molti, ma che la professoressa Isabel Stabile, icona del movimento pro-choice, ha deciso di mettere in luce con forza.
Stabile ha spiegato che la campagna prende ispirazione dai movimenti storici di Francia e Germania, dove le donne, in un atto di incredibile coraggio, dichiaravano pubblicamente di aver abortito – talvolta persino se non era vero – come gesto di solidarietà. “Le persone si stanno unendo per dire: voglio essere un alleato di queste donne. È una questione di forza nei numeri,”
ha affermato Stabile con determinazione.
Ma la lotta non si ferma alla percezione pubblica. La campagna ha un obiettivo ben preciso: affrontare la paura concreta che tormenta le donne che hanno bisogno di accedere ai servizi per l’aborto. “Le donne vengono perseguitate e arrestate,” ha denunciato Stabile. “Si agisce contro di loro. Il cuore della nostra campagna è la depenalizzazione.”
L’avvocato Martina Caruana ha rinforzato questo messaggio, puntando il dito contro l’ambiente sempre più ostile e soffocante per le donne. “Anche solo il sospetto è sufficiente a far scattare un’indagine penale, con irruzioni in casa e arresti,” ha spiegato Caruana, sottolineando come perfino chi affronta aborti spontanei rischi di essere travolto da questa caccia alle streghe, dove “una semplice menzione di ‘pillole’ può trasformare un’emergenza medica in un caso di polizia.”
Nonostante tutto, i promotori della campagna guardano con ottimismo al futuro. Con le elezioni generali che si avvicinano, mancano ormai solo due anni, il movimento pro-choice sente che il vento sta cambiando. Stabile è convinta che il governo stia ascoltando: “La mia opinione personale è che ci sia la volontà di cambiare le cose. Il governo ha l’orecchio a terra.”
Ma non solo. Stabile si spinge oltre, esprimendo fiducia in un futuro più giusto per le donne maltesi: “Credo che la depenalizzazione sarà nel prossimo manifesto.”
E con questo, Malta potrebbe finalmente unirsi agli altri Paesi europei che riconoscono i diritti riproduttivi.
Sabato, alle 17:00, Piazza Castille si riempirà di voci e volti che chiedono un cambiamento concreto. La manifestazione sarà un appello forte e chiaro al governo: è tempo di agire e di fare della depenalizzazione dell’aborto una delle questioni chiave della prossima campagna elettorale. E chiunque desideri unirsi a questa battaglia, aggiungendo il proprio volto o la propria voce, è il benvenuto.
Foto: [Archivio Times of Malta]