Donald Trump ha scioccato il mondo con un annuncio che lascia pochi dubbi sulle sue intenzioni: gli Stati Uniti si riprenderanno il Canale di Panama. Durante il suo secondo discorso inaugurale, l’ex presidente ha affermato che l’America non si è mai liberata di questa risorsa strategica per cederla alla Cina, ma per darla a Panama, e ora è il momento di riportarla “a casa”. “Soprattutto, la Cina sta gestendo il Canale di Panama, e non lo abbiamo dato alla Cina, lo abbiamo dato a Panama. E ce lo riprenderemo,”
ha tuonato Trump dopo il giuramento.
Questa dichiarazione arriva dopo settimane di speculazioni sulla possibilità di azioni militari per riaffermare il controllo statunitense su questa cruciale arteria commerciale, simbolo di potere globale. Dal 1999, Panama gestisce autonomamente il canale, ma l’influenza crescente di aziende cinesi nelle vicinanze preoccupa Washington. Panama, da parte sua, continua a negare qualsiasi coinvolgimento diretto di Pechino nella gestione del Canale, ribadendo la sua sovranità contro le minacce statunitensi.
Trump ha definito “sciocco” il trattato che negli anni ’70 ha trasferito il controllo del Canale di Panama a Panama. “Il senso e lo spirito del nostro accordo sono stati totalmente violati. Le navi americane sono pesantemente sovraccaricate di costi e non trattate equamente in alcun modo, e questo include la Marina degli Stati Uniti,”
ha dichiarato con tono deciso, criticando quello che ha definito un regalo che non avrebbe mai dovuto essere fatto.
Anche Marco Rubio, il segretario di Stato scelto da Trump, si è pronunciato sull’argomento, avvertendo che la crescente influenza cinese potrebbe trasformare il Canale di Panama in una minaccia strategica per gli Stati Uniti. “Questo è un problema legittimo che deve essere affrontato,”
ha dichiarato Rubio, suggerendo la necessità di misure decisive per evitare uno scenario in cui Pechino possa bloccare l’accesso al canale in caso di crisi.
Nel suo discorso inaugurale, Trump si è definito un “pacificatore e unificatore,”
puntando a presentarsi come leader di un’America che non solo difende i suoi interessi ma cerca anche di porre fine ai conflitti globali. Ha rivendicato il merito del cessate il fuoco a Gaza, raggiunto grazie a un mix di diplomazia tra la sua amministrazione e quella di Joe Biden, e ha promesso di porre fine alla guerra in Ucraina attraverso compromessi, in contrasto con l’approccio di Biden che sostiene Kyiv verso una vittoria militare.
Ma la visione di Trump non è priva di contraddizioni. Dopo essersi dichiarato unificatore, ha lanciato una provocazione diretta al Messico, annunciando che gli Stati Uniti inizieranno a riferirsi al Golfo del Messico come al “Golfo d’America”. “L’America rivendicherà il suo giusto posto come la nazione più grande, più potente e più rispettata sulla Terra, ispirando stupore e ammirazione in tutto il mondo,” ha concluso il presidente.
La storia del Canale di Panama, costruito dagli Stati Uniti nel 1914 con il lavoro di numerosi afro-caraibici, è già stata teatro di conflitti e tensioni. La decisione di Jimmy Carter, firmata nel 1977, di restituire il controllo a Panama, è stata vista da molti come un gesto di rispetto per la sovranità di una nazione più piccola. Ma per Trump, questo accordo rappresenta un errore storico che gli Stati Uniti non possono più permettersi.
Il mondo osserva con apprensione, mentre Panama ribadisce la sua posizione di autonomia e sovranità, e le ombre di nuove tensioni geopolitiche si allungano su una delle vie d’acqua più strategiche del pianeta.
Foto: AFP