Il governo di Georgia Meloni sperava di rendere operativo il progetto prima delle elezioni europee. Foto: AFP
Il primo ministro italiano Georgia Meloni si recherà questa settimana in Albania per una visita incentrata sul tema della migrazione, pochi giorni prima delle elezioni del Parlamento europeo, hanno dichiarato lunedì i media albanesi.
In base a un accordo controverso tra Roma e Tirana, l’Albania ha accettato di accogliere i richiedenti asilo strappati ai mari al largo dell’Italia, di registrarli in un centro sul Mare Adriatico e di ospitarli in un altro centro nell’entroterra mentre le loro richieste vengono esaminate.
Il governo di destra della Meloni sperava di rendere operativo il progetto prima delle elezioni europee del 6-9 giugno, per rafforzare la sua posizione di forza nei confronti dell’immigrazione clandestina.
La leader italiana, a capo del partito Fratelli d’Italia, sarebbe dovuta arrivare a Tirana mercoledì per incontrare il suo omologo albanese Edi Rama e discutere dei centri di accoglienza per i migranti.
I media di entrambi i Paesi hanno dichiarato lunedì che durante la sua visita, che coincide con la settimana culturale italiana in Albania, la Meloni dovrebbe visitare uno dei centri di accoglienza istituiti in base all’accordo che ha firmato con Rami nel novembre 2023.
Nel fine settimana, le autorità della città portuale albanese di Shenjin hanno dichiarato che il centro di accoglienza per migranti è stato completato.
Il centro per il trattamento delle richieste di asilo a Gjader non è ancora stato completato e non è stata annunciata alcuna data di consegna.
I centri, gestiti dall’Italia, possono ospitare un massimo di 3.000 richiedenti asilo alla volta.
L’Italia pagherà la costruzione dei centri e si farà carico delle spese relative alla sicurezza e all’assistenza medica, per un costo stimato tra i 650 e i 750 milioni di euro (700-800 milioni di dollari) nei primi cinque anni.
In un’intervista trasmessa dalla televisione italiana domenica sera, Rami ha difeso l’accordo affermando che l’Albania, che sta cercando di aderire all’UE, stava “mostrando solidarietà per il problema demografico che l’Europa deve affrontare oggi”.
L’ONG International Rescue Committee ha condannato l’accordo come “disumanizzante”, mentre Amnesty International lo ha definito “illegale e inapplicabile”.