Dieci anni dopo l’attacco brutale che ha sconvolto la Francia e il mondo intero, Charlie Hebdo torna a scuotere gli animi con una provocazione senza precedenti: un concorso di vignette per ridicolizzare Dio. Oggi scade il termine per inviare i lavori, e l’iniziativa promette di far discutere quanto e più delle sue precedenti provocazioni.
Il settimanale satirico, noto per il suo rifiuto categorico di ogni forma di religione, ha scelto di ricordare l’anniversario dell’attentato del 7 gennaio 2014 con una sfida audace: invitare artisti e vignettisti a creare i disegni più “divertenti e crudeli” su Dio. Un messaggio chiaro e senza mezzi termini è stato rivolto ai partecipanti: “A tutti quelli stufi di vivere in una società guidata da Dio e dalla religione. A tutti quelli stufi di sentire parlare di bene e male. A tutti quelli stufi dei leader religiosi che ci dettano come vivere.”
L’attentato, che ha visto due estremisti islamici irrompere negli uffici del giornale e uccidere otto membri dello staff, tra cui i leggendari vignettisti Cabu, Charb, Honore, Tignous e Wolinski, è stato una risposta feroce alla decisione di pubblicare caricature sul profeta Maometto. Quei tragici eventi hanno segnato non solo Charlie Hebdo ma l’intera Europa, dando il via a una serie di attacchi ispirati all’estremismo islamico che hanno insanguinato il continente negli anni successivi.
In occasione di questo decennale, il giornale ha pubblicato un libro che raccoglie le opere dei collaboratori caduti durante l’attacco, e si prevede che il giorno dell’anniversario saranno organizzati tributi pubblici per commemorare le vittime. Ma Charlie Hebdo non è mai stato un semplice testimone degli eventi: con le sue pubblicazioni, il settimanale ha sempre cercato di infrangere tabù e sfidare le convenzioni, mantenendo un atteggiamento provocatorio e senza compromessi.
Sin dalla sua fondazione nel 1970, la rivista ha navigato nelle acque controverse delle leggi francesi sulla libertà di espressione, che vietano l’incitamento alla violenza ma permettono la critica, anche feroce, delle religioni. Per i suoi sostenitori, questa libertà rappresenta una vittoria fondamentale nella lotta per emanciparsi dall’influenza della Chiesa cattolica e da ogni forma di dogma religioso. Tuttavia, i detrattori non mancano: c’è chi accusa il settimanale di gratuità nell’offendere i credenti e di islamofobia, specialmente per le caricature che associano l’Islam al terrorismo.
Le critiche non si fermano qui. Charlie Hebdo non risparmia nemmeno altre religioni: una vignetta recente, che ritraeva la Vergine Maria affetta dal virus mpox, ha spinto diverse organizzazioni cattoliche a presentare denunce legali. Ma la rivista ha continuato per la sua strada, fedele al suo stile irriverente e iconoclasta. Emblematica la copertina pubblicata per il primo anniversario dell’attentato, con un Dio barbuto armato di kalashnikov e la scritta “Un anno dopo, l’assassino è ancora in fuga”, un’immagine che ha fatto discutere per mesi.
Foto: AFP