50 anni dopo Franco: scontro aperto sulla memoria della Spagna

Il governo socialista spagnolo ha acceso una polemica rovente con l’opposizione conservatrice, annunciando un piano straordinario per commemorare i 50 anni dalla morte del dittatore Francisco Franco. Un progetto che prevede circa 100 eventi nel 2025, per ricordare la transizione della Spagna alla democrazia. Ma il passato oscuro di Franco, che rovesciò una repubblica democratica in una guerra civile sanguinosa e governò con pugno di ferro dal 1939 fino al 1975, divide ancora profondamente il Paese.

Il Partito Popolare (PP), successore di un movimento fondato da un ex ministro franchista, ha attaccato duramente il governo. Il suo leader, Alberto Núñez Feijóo, ha dichiarato con sarcasmo: “Possono dissotterrare Franco cento volte e crogiolarsi nella nostalgia dello scontro fra spagnoli. Ma ciò non fermerà chi vuole costruire un futuro insieme.” E ha aggiunto: “Con la loro amarezza, tornino pure agli anni ’40, ’50, ’60 e ’70. Che noia!”

Non è mancata la risposta dal governo. La portavoce Pilar Alegría ha replicato con forza, definendo “preoccupante, a dir poco” l’idea del PP che celebrare “50 anni di democrazia e libertà” sia una perdita di tempo. Ha inoltre sottolineato che il disagio di Feijóo potrebbe derivare dalle “radici storiche ben note del PP”.

Gli sforzi del governo Sánchez, al potere dal 2018, per risvegliare la memoria delle vittime del regime franchista, hanno provocato non pochi contrasti. Emblematica fu l’esumazione del corpo di Franco nel 2019, spostato dalla Valle dei Caduti, un monumento considerato un simbolo del trionfo della dittatura. Nel 2022, poi, è stata approvata la “legge sulla memoria democratica”, volta a fare i conti con il lascito della guerra civile e a onorare le vittime di violenze e persecuzioni sotto il regime.

Ma la destra non arretra: ha promesso che abrogherà questa legge se tornerà al potere, riaccendendo un dibattito che continua a dividere la Spagna.

Foto: AFP

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