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Trump cancella le condanne del 6 gennaio: è scontro sulla democrazia

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“Vogliamo che escano stasera, francamente.”  Con queste parole, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto calare un vero e proprio colpo di scena: la concessione di oltre 1.500 grazie a coloro che hanno partecipato all’assalto del Campidoglio il 6 gennaio 2021. Con un colpo di penna, Trump non solo ha cancellato le condanne, ma ha ordinato l’archiviazione immediata di tutti i procedimenti penali in corso contro i responsabili di quella giornata che ha scosso il cuore della democrazia americana.

Tra i nomi che beneficiano di questa decisione spicca Enrique Tarrio, l’ex leader dei Proud Boys, condannato a 22 anni di carcere per aver orchestrato un attacco in stile militare contro il Campidoglio. Anche Stewart Rhodes, leader degli Oath Keepers, ha visto la sua condanna a 18 anni commutata in “tempo già scontato”. Entrambi erano stati giudicati colpevoli di cospirazione sediziosa, un crimine che avrebbe segnato chiunque. Ma non per Trump, che ha definito i rivoltosi “patrioti” e “prigionieri politici” , continuando a ridimensionare la portata violenta di quella giornata.

“I rivoltosi sono stati trattati come ostaggi,” ha dichiarato Trump durante una cerimonia ufficiale, dove ha confermato di aver concesso “pieni e incondizionati perdoni”  a 1.583 persone coinvolte nell’assalto, inclusi alcuni dei personaggi più controversi legati a quell’evento che ha lasciato 140 agenti di polizia feriti in scontri violenti e devastanti.

Ma l’indignazione non si è fatta attendere. Nancy Pelosi, ex speaker democratica della Camera, ha duramente criticato questa mossa, definendola “un insulto oltraggioso al nostro sistema giudiziario e agli eroi che hanno subito cicatrici fisiche ed emotive per proteggere il Campidoglio.”  Pelosi non ha risparmiato accuse, sottolineando come questa scelta rappresenti un tradimento per le forze dell’ordine che hanno rischiato la vita per difendere la democrazia.

Il 6 gennaio 2021 non fu solo una giornata di caos e violenza. Fu anche il culmine di un discorso infuocato di Trump rivolto a decine di migliaia di sostenitori nei pressi della Casa Bianca. “Marciate verso il Campidoglio,”  disse loro, mentre ribadiva false affermazioni di aver vinto le elezioni del 2020. Le sue parole alimentarono il caos, portando centinaia di persone a cercare di bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden.

Nel frattempo, Biden, poco prima di lasciare l’incarico, ha concesso grazie preventive a nomi di alto profilo come Anthony Fauci, il generale Mark Milley e membri della sua famiglia, tra cui suo fratello James Biden e sua sorella Valerie Biden Owens. “La mia famiglia è stata bersaglio di attacchi e minacce incessanti,” ha dichiarato Biden. “Non vedo alcun motivo per credere che queste aggressioni finiranno.”

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Con un panorama politico già fragile, la decisione di Trump rischia di incendiare ulteriormente le divisioni. Tra chi lo vede come un leader che continua a difendere i suoi sostenitori e chi lo accusa di sovvertire il sistema giudiziario per i propri interessi, una cosa è certa: questa mossa rimarrà impressa nella storia, come l’uomo che ha trasformato un momento di caos in una questione di lealtà politica.

Foto: AFP

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