Uno scontro sulla trasparenza si profila all’orizzonte: il Commissario per gli Standard in Parlamento ha scritto direttamente al primo ministro Robert Abela con un appello chiaro e inequivocabile. Le dichiarazioni patrimoniali dei ministri per il 2023 devono essere presentate “il prima possibile”
. Il governo temporeggia, ma la pressione cresce.
Nel suo messaggio, il Commissario Joseph Azzopardi ha anche lanciato una sfida più grande: Malta deve aggiornare il proprio sistema di dichiarazione patrimoniale per i politici, seguendo le raccomandazioni dell’OCSE. L’avvertimento arriva dopo che lo stesso Abela ha chiesto un parere su come riformare il sistema attuale.
Attualmente, i ministri e i sottosegretari devono presentare due dichiarazioni dei beni ogni anno: una versione generale, depositata in parlamento, e una più dettagliata, destinata al segretario del gabinetto. Tradizionalmente, il primo ministro presenta in parlamento le dichiarazioni dei suoi ministri, ma nel 2023 questa prassi è stata ignorata. Abela non ha ancora adempiuto a questo obbligo, e ora le domande si moltiplicano.
Invece di pubblicare le dichiarazioni, il premier ha parlato vagamente di una riforma che coinvolgerebbe tutti i parlamentari. Nessun dettaglio, nessuna tempistica chiara. Un’ombra di dubbio si allunga sulla questione: il governo sta davvero cercando di rafforzare la trasparenza o sta cercando di attenuare le responsabilità legali dei suoi ministri?
E le dichiarazioni patrimoniali non sono solo una formalità. Sono uno strumento che, in passato, ha portato a casi scottanti. Uno su tutti: il ministro Silvio Schembri, finito sotto i riflettori dopo che l’ex deputato Jason Azzopardi ha presentato una richiesta per un’inchiesta magistrale sui suoi beni e sulle sue spese.
Il Commissario per gli Standard non ha usato mezzi termini: “Non deve esserci alcuna riduzione delle informazioni che i ministri sono obbligati a dichiarare”. Ha sottolineato che i ministri, a differenza dei normali parlamentari, devono fornire dettagli sui propri redditi. E se il governo decidesse di adottare un modulo unico per tutti i deputati, questo obbligo non può essere eliminato.
Ma il nodo della questione va oltre. L’OCSE, nel 2023, ha pubblicato un rapporto in cui ha delineato una serie di misure per rafforzare la trasparenza a Malta. Tra le raccomandazioni: estendere l’obbligo di dichiarazione patrimoniale anche alle persone di fiducia del governo, introdurre un sistema formale per segnalare conflitti di interesse e regali ricevuti, e ampliare le informazioni accessibili al pubblico.
Azzopardi ha avvertito che il rapporto dell’OCSE deve essere “il punto di partenza” per qualsiasi riforma, e ha messo in guardia il governo: cambiare il sistema in fretta e senza un vero confronto pubblico potrebbe minare la fiducia dei cittadini. “La società civile e il pubblico devono essere consultati”
, ha insistito.
Il primo ministro risponderà a questa chiamata alla trasparenza o continuerà a prendere tempo?
Foto: Matthew Mirabelli