Gli insegnanti di Malta sono alle prese con una tempesta di problemi nei pagamenti: stipendi errati, somme eccessive e richieste di restituzione stanno mandando nel caos centinaia di docenti, costretti ora a fare i conti con cifre impreviste. Da giovedì, i telefoni delle sedi sindacali sono roventi: il Malta Union of Teachers (MUT) e la Union of Professional Teachers (UPE) hanno ricevuto una raffica di segnalazioni da insegnanti confusi e arrabbiati che, anziché le giuste somme, si sono trovati davanti calcoli misteriosi.
Alla radice di tutto c’è il nuovo accordo settoriale firmato a luglio tra il governo e il Malta Union of Teachers, che ha introdotto un’ondata di modifiche nei salari: da aumenti di stipendio a pagamenti una tantum, fino a indennità arretrate. Tuttavia, la promessa di un adeguamento lineare si è trasformata in una rete ingarbugliata di errori che sta travolgendo il mondo scolastico. Numerosi docenti affermano di aver ricevuto somme sbagliate e raccontano di essere stati contattati direttamente dai funzionari governativi, che ora chiedono indietro migliaia di euro di stipendi pagati in eccesso.
Il presidente del MUT, Marco Bonnici, rassicura che “_la maggior parte degli insegnanti statali ha ricevuto gli aggiustamenti secondo l’accordo_”, ma ammette che “_ci sono ancora singoli e gruppi che non hanno ricevuto gli adeguamenti_”. Bonnici rivela che il sindacato è in costante comunicazione con il Ministero dell’Educazione per risolvere questi errori e che si sta esercitando pressione per ottenere chiarimenti immediati. “_La situazione è complessa_”, spiega Bonnici, ma garantisce che il sindacato è fiducioso di risolvere tutto entro la fine dell’anno.
Il quadro, però, sembra essere ancora più drammatico. Graham Sansone, direttore esecutivo dell’UPE, descrive una situazione al limite dell’insostenibile, dichiarando che il sindacato è stato “_travolto dalle lamentele_” dei suoi circa 3.500 membri. “_Da quello che osserviamo, la maggior parte dei pagamenti arretrati è sbagliata_”, afferma Sansone, aggiungendo che l’UPE sta assistendo i propri membri per calcolare con precisione le somme realmente dovute. Sansone denuncia anche come il governo stia già chiedendo indietro somme considerevoli, con cifre che in alcuni casi arrivano fino a 5.000 euro.
A peggiorare la situazione, il Sottosegretario ombra per l’Educazione, Justin Schembri, conferma che anche lui è stato contattato da insegnanti che non sanno più come orientarsi. Schembri sottolinea quanto sia difficile fare calcoli esatti in massa, poiché “_sono tutti personalizzati_” in base alle specifiche dell’accordo settoriale, che considera gli anni di servizio di ogni insegnante e prevede indennità aggiuntive per chi insegna da più di vent’anni. Schembri riporta un caso scioccante: due Educatori di Supporto all’Apprendimento, entrati in servizio lo stesso anno, hanno ricevuto un pagamento differente di ben 5.000 euro.
Ma come essere sicuri che la somma sia corretta? Schembri consiglia agli insegnanti di chiedere direttamente al dipartimento stipendi: “Consiglio agli insegnanti di inviare domande al dipartimento salari, chiedendo un resoconto dettagliato; è l’unico modo per evitarlo”.
Le testimonianze raccolte da Times of Malta dipingono un quadro caotico, fatto di stipendi troppo alti o troppo bassi, buste paga contraddittorie e cifre che non tornano. Nessuno, tuttavia, si è sentito pronto a parlare apertamente del problema. Da settembre, infatti, gli insegnanti devono ottenere un’autorizzazione per parlare con i media e informare i superiori dei contenuti di cui intendono discutere. La misura è stata accolta con dure critiche sia da parte degli educatori che della classe politica, con Graham Sansone che ha definito le regole “inaudite” e il candidato indipendente e accademico Arnold Cassola che le ha bollate come “fasciste”
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Foto: Matthew Mirabelli.