L’uomo ferito viene prelevato dalla sua abitazione. Foto: Polizia di Malta
Un muratore, accusato di aver aggredito un uomo in un’abitazione di Paola giovedì, è stato rilasciato venerdì in seguito alla dichiarazione di nullità del suo arresto.
Mohammed Hamza, cittadino libico di 37 anni, è stato accusato di aver tentato di mettere in pericolo la vita della sua presunta vittima, ma di aver poi interrotto volontariamente l’aggressione.
È stato anche accusato di aver provocato gravi danni fisici e di aver violato volontariamente la quiete pubblica.
Prima di dichiararsi colpevole, i suoi avvocati hanno contestato la validità dell’arresto.
Alla Corte è stato riferito che giovedì, intorno alle 9.30, un uomo è entrato nella stazione di polizia di Paola indossando un vestito macchiato di sangue e con le mani e il viso insanguinati.
Si è seduto su una sedia e un agente gli ha chiesto se avesse bisogno di assistenza medica.
Ma l’uomo – poi identificato come Mohammed – ha risposto: “Non io. Un’altra persona”.
Il sangue non era suo, ma di un’altra persona con cui aveva appena litigato, ha aggiunto l’uomo.
Nel frattempo, è giunta una seconda segnalazione relativa a un uomo che necessitava di aiuto.
Era stato aggredito con una mazza e un attrezzo tagliente da muratore.
La vittima ha raccontato alla polizia di essere stato aggredito da un “certo Mohammed”.
L’agente della stazione di polizia, su istruzioni di un sovrintendente, ha informato Mohammed che si trovava in arresto, ha dichiarato l’ispettore dell’accusa, Keith Rizzo.
Il magistrato di turno è stato informato dell’arresto alle 11 del mattino.
La difesa ha preso spunto da questa comunicazione per contestare la validità dell’arresto, citando l’articolo 355AD(i) del Codice penale.
“La legge parla chiaro”, ha sostenuto l’avvocato Jacob Magri.
In caso di presentazione volontaria in una stazione di polizia, l’arresto deve essere autorizzato da un ispettore e il magistrato di turno deve essere informato “immediatamente”, ha aggiunto.
L’ispettore dell’accusa ha dichiarato di essere stato informato dell’arresto “nel giro di pochi minuti”.
Ma dopo aver ascoltato ulteriori osservazioni, la corte, presieduta dal magistrato Leonard Caruana, ha dichiarato che l’arresto non fosse conforme alla legge.
L’imputato è stato rilasciato.
Si è poi dichiarato non colpevole.
La corte ha accolto la richiesta di un ordine di protezione a favore della vittima.
In considerazione della gravità delle accuse, del fatto che la vittima dovesse ancora testimoniare e del rischio di fuga, il tribunale ha accolto la richiesta dell’accusa di imporre delle condizioni all’imputato, sebbene non fosse prevista una cauzione.
Il tribunale ha ordinato all’imputato di non avvicinarsi a nessun testimone dell’accusa, di partecipare a tutte le sedute del tribunale, di non fuggire e di impegnarsi con una garanzia personale di 3.000 euro.
L’avvocato dell’AG Kaylie Bonnet e l’ispettore Keith Rizzo hanno svolto l’azione penale.
Gli avvocati Alfred Abela, Arthur Azzopardi, Jacob Magri e Rebecca Mercieca erano i difensori.