Un uomo che ha cambiato centinaia di vite, un sacerdote che sapeva toccare l’anima di chiunque incontrasse. Dun Victor Grech non era solo un prete: era una guida, un faro di speranza per chi aveva perso tutto, un uomo capace di vedere la luce anche nelle situazioni più buie. Questa settimana, Malta ha detto addio a uno dei suoi eroi silenziosi. Aveva 95 anni e fino all’ultimo ha portato avanti la sua missione con amore, determinazione e una fede incrollabile nell’essere umano.
Molti ex tossicodipendenti che hanno trovato una seconda possibilità grazie ai programmi della Caritas lo ricordano oggi con emozione. Dun Victor, con il suo sorriso sincero e il suo sguardo pieno di comprensione, ha saputo trasformare vite, restituendo dignità e speranza a chi non ne aveva più.
Miguel Mifsud, oggi maratoneta per beneficenza in favore della Caritas, è entrato per la prima volta in riabilitazione 25 anni fa, a soli 19 anni. Dopo sei anni di sobrietà, il ricordo di Dun Victor è ancora vivido: “Aveva un grande sorriso, sincero, che ti faceva subito sentire il benvenuto”, racconta. “Sapeva tirare fuori il meglio dalle persone con l’amore. Aveva un dono: riusciva a relazionarsi con chiunque, sempre al loro livello”
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Ma il suo insegnamento più importante, Miguel non lo dimenticherà mai: “La ricaduta non avviene nel momento in cui riprendi il vizio. Succede prima, quando non prendi le distanze da persone, luoghi e situazioni che ti hanno portato a cadere”. Oggi, grazie a Dun Victor, ha trovato la forza di restituire agli altri ciò che ha ricevuto: “La società trae beneficio quando accoglie gli ex tossicodipendenti e dà loro una seconda possibilità”
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Andrew Pisani, un altro ex tossicodipendente, ha trasformato la sua rinascita in una missione e ora è a capo di Dar Charles Miceli, una casa di reinserimento per chi lotta per ricostruire la propria vita. Anche lui ricorda Dun Victor come un uomo straordinario: “Trattava tutti allo stesso modo, che tu fossi un ospite o un membro dello staff. Aveva una memoria incredibile, sapeva sempre tutto di te”
. Ogni sua visita alla struttura era un momento speciale, un’occasione per sentirsi visti, ascoltati, compresi.
Tra le tante lezioni di vita che ha lasciato, ce n’è una che Andrew custodisce nel cuore: “Ci diceva di passare cinque minuti ogni sera a riflettere sulla giornata – cosa è andato bene, cosa meno, se c’era qualcuno a cui dovevamo chiedere scusa…”. Ma la frase che più lo ha segnato è stata un’altra: “Non lasciarti imprigionare dal tuo passato”.
Anche Justin Meli, che entrò in riabilitazione a 20 anni, descrive Dun Victor come una presenza magnetica, capace di rassicurare con una sola parola. “Con le sue parole dolci e pacate ti faceva sentire come se ti stesse abbracciando”, ricorda. “Ero in un periodo buio della mia vita, ma lui mi ha fatto capire che nel mondo esiste ancora del bene”
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Dun Victor Grech non c’è più, ma il suo impatto resterà vivo nelle vite di coloro che ha salvato. Per molti, non era solo un sacerdote: era un padre, un amico, un raggio di speranza che ha illuminato il cammino di chi era caduto. La sua eredità è incancellabile, scritta nei cuori di chi, grazie a lui, ha trovato la forza di ricominciare.
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