Un progetto che avrebbe dovuto trasformare il Marsa-Ħamrun bypass in un’opera d’arte naturale si è trasformato in un fallimento clamoroso. Le piante della famosa parete “verde”, costata quasi 480.000 euro e inaugurata alla fine del 2020, sono state rimosse. La struttura, composta da oltre 27.000 piante distribuite su un muro di cemento lungo 350 metri, era stata descritta da Infrastructure Malta come “più lunga di tre campi da calcio”. Ora, però, resta solo un vuoto desolante.
Cosa ha portato a questo epilogo? Infrastructure Malta ha fatto sapere di aver avviato un’azione legale contro il contractor privato incaricato della manutenzione della parete. L’agenzia ha accusato l’azienda di “non aver rispettato gli obblighi di manutenzione previsti dall’accordo quinquennale, portando al degrado della parete”
. Un duro colpo per un progetto che era stato accolto con entusiasmo dalla comunità locale.
E la questione non si ferma qui. Anche altri progetti simili, costati centinaia di migliaia di euro, hanno subito la stessa sorte. INDIS, l’ente responsabile della gestione delle aree industriali, ha annunciato lo stop a un’iniziativa da 600.000 euro che prevedeva la realizzazione di tre pareti “verdi” nei distretti industriali di Marsa, Corradino e Mosta Technopark. Il motivo? L’eccessivo consumo di acqua che, secondo l’agenzia, rende insostenibile la manutenzione di queste strutture.
Foto: Matthew Mirabelli