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Malta

Giustizia nel mirino: l’ex Chief Justice avverte, il governo reagisce

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Uno scontro senza precedenti si è acceso tra l’ex Capo della Giustizia Silvio Camilleri e il governo maltese. In un durissimo attacco, l’ex massimo esponente della magistratura ha denunciato apertamente la riforma delle inchieste magistrali, affermando che servirà “solo a proteggere politici e persone di fiducia dalle indagini” . E il governo non l’ha presa affatto bene.

Il Ministro della Giustizia Jonathan Attard ha reagito con forza, portando in parlamento un documento di ben 90 pagine contenente 546 commenti scritti da Camilleri su Times of Malta contro l’operato dell’esecutivo. L’ex Chief Justice, che ha ricoperto la carica dal 2010 al 2017, ha accusato il governo di aver già “catturato la polizia e l’ufficio del Procuratore Generale” e ora di voler “chiudere ogni altra falla” , rendendo ancora più difficile l’avvio di un’inchiesta indipendente.

La riforma proposta cambierà radicalmente il sistema attuale: invece di poter richiedere direttamente un’inchiesta magistrale, i cittadini dovranno prima passare per la polizia e, solo dopo sei mesi, potranno rivolgersi a un giudice. Un iter che, secondo Camilleri, metterebbe nelle mani del governo un ulteriore strumento di controllo.

In aula, Attard ha contrattaccato senza mezzi termini, definendo le dichiarazioni di Camilleri “commenti da fanatico politico” . Il ministro ha accusato l’ex Capo della Giustizia di assumere un atteggiamento inaccettabile per un ex magistrato di così alto rango.

Lo scontro si è fatto ancora più acceso quando il deputato del PN Karol Aquilina ha sfidato Attard a citare un’inchiesta magistrale che, secondo il governo, non avrebbe dovuto essere avviata. La risposta del ministro? “Non sono né l’accusa né i tribunali” , lasciando intendere che la domanda andasse rivolta alla magistratura stessa.

Ma il colpo più duro è arrivato dal deputato PN Beppe Fenech Adami, che ha accusato Attard di condurre un “attacco sistematico contro il sistema giudiziario” perché il governo “ha paura che i tribunali facciano il loro lavoro” e che la verità venga a galla. Attard ha subito ribaltato l’accusa, puntando il dito contro il PN per le frequenti critiche rivolte alla polizia.

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La battaglia è ormai aperta: da un lato, un ex Capo della Giustizia che denuncia una riforma che potrebbe blindare la classe politica da future indagini; dall’altro, un governo che si difende, sostenendo di voler semplicemente migliorare il sistema. Chi ha ragione? E soprattutto, chi ci guadagna davvero?

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