Joe Debono, 66 anni, sta vivendo una tragedia che potrebbe porre fine a un legame familiare che dura da tre generazioni. Il suo amato podere a Għargħur, un pezzo di terra che è stato lavorato dai suoi antenati per ben 150 anni, rischia di sparire per sempre a causa di un progetto edilizio che sta sollevando polemiche in tutta la comunità. Un futuro che potrebbe svanire in un attimo, lasciando al suo posto solo cemento e case di lusso.
“Mio nonno iniziò a prendere in affitto questa terra prima di passarla a mia madre, mio padre e mio zio”, racconta Joe con un velo di tristezza, “Ora siamo io e i miei due fratelli a lavorarla. In totale, penso che sia nella nostra famiglia da 150 anni.”
Ogni giorno, Joe si sveglia all’alba, pronto a dedicare la sua vita alla terra che ama. Coltiva patate, cipolle, fave e aglio, in un ritmo che sembra non seguire le leggi del tempo, ma quelle della passione e della tradizione. “Vengo ogni giorno alle 7, lavoro fino alle 11, torno a casa a mangiare un po’ di pane, e poi ritorno qui,”
dice. Non cerca il profitto, ma solo la soddisfazione di lavorare la terra per sé e per la sua famiglia. Ma questa routine potrebbe essere distrutta da un colpo secco.
La minaccia di un progetto devastante
Un piano edilizio che prevede la demolizione parziale del vecchio casale per fare spazio a una fila di case con piscine e garage sotterranei potrebbe distruggere il suo mondo. Il progetto, presentato da Matthew Navarro del gruppo Nava, prevede la costruzione di quattro ville lussuose. Due di queste sono già state vendute, anche prima di essere costruite, e se il piano dovesse andare in porto, Joe perderebbe non solo la terra, ma un patrimonio di cui la sua famiglia si è occupata per oltre un secolo e mezzo.
“Sembra che alla fine sarò costretto a partire, e poi non mi rimarrà altro che morire lentamente in pjazza,” afferma Joe, il cui dolore è palpabile. La sua terra, un simbolo di tradizione e di vita, sarebbe spazzata via dalla modernità.
Un patrimonio storico a rischio
Ma non è solo Joe a combattere per difendere il suo angolo di paradiso. La Superintendence of Cultural Heritage ha sollevato seri dubbi sul progetto, sostenendo che il vecchio casale, simbolo della storia locale, è di “evidente antichità”
e dovrebbe essere protetto come patrimonio culturale. La zona è un’area di conservazione urbana, con il casale che risale a tempi lontani, come dimostra anche la mappa dell’Ordnance Survey del 1902.
Durante la visita dell’Autorità per la Pianificazione, che ha avuto luogo dopo che i residenti hanno sollevato obiezioni, i cittadini di Għargħur si sono schierati contro il piano, manifestando il loro fermo disappunto. Patrick Calleja, residente e architetto, ha spiegato con passione: “Il valore della zona Dejma di Għargħur sarà gravemente danneggiato se il progetto andrà avanti. I residenti hanno dovuto rispettare numerosi vincoli quando hanno apportato modifiche minori alle loro proprietà e ora, all’improvviso, arriva una richiesta per costruire quattro case.”
Se il progetto dovesse procedere, ciò che resta della terra di Joe e di tanti altri sarebbe perso per sempre, cancellato dalla furia di un’urbanizzazione che non lascia spazio alla storia e alle tradizioni. Il rischio è che tutto ciò che ha definito la vita di Joe venga inghiottito da una lussuosa, ma devastante, realtà.
Foto: Daniel Ellul
Video: Daniel Ellul