La saga giudiziaria che ruota attorno al controverso progetto della centrale a gas di Electrogas sta per vivere una nuova e inquietante svolta. Mercoledì, la procura ha clamorosamente dichiarato di non avere più prove da presentare contro i principali imputati: l’ex capo di gabinetto Keith Schembri, l’ex ministro Konrad Mizzi e l’imprenditore Yorgen Fenech. Un colpo di scena che lascia il pubblico incredulo e carico di domande sul futuro del processo. Ma la tensione non accenna a diminuire: i legali degli imputati sono pronti a tutto per ribaltare la situazione.
Questi tre uomini, insieme ad altri quattro imputati, sono accusati di reati gravissimi legati al famigerato progetto della centrale di Electrogas. Mercoledì, durante l’udienza, la magistrata Rachel Montebello ha assistito alla dichiarazione shock della procura, che ha annunciato di non avere ulteriori prove da presentare. A questo punto, di solito, la magistrata dovrebbe decidere se ci sono elementi sufficienti per mandare gli accusati a processo. Ma le difese non si sono lasciate intimorire. L’avvocato di Fenech ha infatti chiesto di ascoltare un esperto della Harbinson Forensic Limited prima che la decisione venga presa. La risposta della magistrata? Un secco rifiuto, ma con una precisazione: gli esperti possono testimoniare in seguito senza compromettere il caso.
E come se non bastasse, la vicenda si complica ulteriormente. Jeremy Harbinson, il commercialista forense che ha richiesto di testimoniare, ha dichiarato che non intende tornare a Malta per paura per la sua sicurezza. Una rivelazione che getta ulteriore ombra sul caso e solleva dubbi inquietanti sulle reali motivazioni dietro a tutta questa vicenda.
Nel frattempo, gli avvocati degli imputati hanno chiesto più tempo per presentare le loro osservazioni, lasciando il destino di questi uomini ancora in bilico. La magistrata ha deciso di rinviare l’udienza al 27 febbraio, aumentando la suspense su una vicenda che non smette di sorprendere. Ma chi sono, esattamente, i protagonisti di questo intricato caso?
Schembri, Mizzi e Fenech sono accusati insieme a Paul Apap Bologna, azionista di Electrogas; Mario Pullicino, l’agente locale della nave cisterna che rifornisce la centrale di Delimara; e Brian Tonna e Karl Cini, i commercialisti accusati di aver orchestrato i trasferimenti di denaro illeciti. Le accuse che pendono su di loro sono gravissime: corruzione, traffico di influenze, associazione a delinquere. A completare il quadro, anche le aziende coinvolte: Nexia BT, BTI Management, New Energy Supply Limited e OEGP Limited, tutte implicate in questa rete di sospetti e denunce.
Un elemento che rende ancora più esplosivo il caso è la rivelazione che Fenech, mentre guidava il consorzio vincitore della commessa da 450 milioni di euro per la centrale, avrebbe cercato di deviare milioni di euro verso Schembri e Mizzi attraverso una rete di strutture offshore in Panama. E non finisce qui: Schembri e Mizzi erano già stati coinvolti nel 2016 dai Panama Papers, un’inchiesta che li aveva esposti al pubblico. Ma è nel 2018 che il nome di Fenech emerge in modo ancora più preoccupante, grazie a un’indagine congiunta tra Times of Malta e Reuters.
Non possiamo dimenticare che questa vicenda è anche legata alla tragica morte di Daphne Caruana Galizia, la giornalista che ha dedicato la sua vita a rivelare la verità su queste oscure connessioni tra politica, affari e paradisi fiscali. La sua morte nel 2017 ha segnato un punto di non ritorno per il caso, che da allora continua a scuotere le fondamenta del potere a Malta.
Mercoledì in aula erano presenti anche i difensori Gianella De Marco e Kathleen Grima per Apap Bologna, Charles Mercieca e Gianluca Caruana Curran per Fenech, Edward Gatt e Shaun Zammit per Schembri e Mizzi, e Stephen Tonna Lowell per Cini, Tonna e Pullicino. A rappresentare la parte civile, i procuratori generali Gary Cauchi e Nicole Sladden, determinati a perseguire la giustizia in un caso che, giorno dopo giorno, svela nuovi e inquietanti dettagli.
Foto: Chris Sant Fournier