Le autorità ambientali di Malta stanno utilizzando i droni e la tecnologia AI nella lotta contro le piante invasive nelle campagne.
Giovedì Ambjent Malta ha annunciato di aver sviluppato, insieme all’Università di Malta, un nuovo strumento digitale che aiuterà a monitorare meglio le specie vegetali aliene invasive nelle zone rurali del Paese.
Lo strumento combina l’uso della tecnologia dei droni e delle reti neurali per monitorare e aiutare a gestire le piante non autoctone nelle valli e negli spazi aperti; il primo test della tecnologia sarà effettuato nella baia di Għajn Tuffieħa.
Per sviluppare lo strumento, sono stati utilizzati droni aerei ad alta precisione per catturare ortoimmagini ad alta risoluzione del terreno. L’altissima qualità delle immagini, che raggiungono l’impressionante dimensione di 50.000 per 20.000 pixel, viene poi utilizzata per monitorare la diffusione delle piante invasive, in particolare nelle aree remote, con maggiore efficienza e precisione.
Il progetto si avvale anche di reti neurali convoluzionali (CNN) che sono state utilizzate per identificare fino a sette distinte specie di piante aliene utilizzando le immagini. Dopo essere state addestrate attraverso l’etichettatura manuale, le CNN sono ora in grado di riconoscere visivamente le specie, anche in scenari reali non marcati.
Il ministro dell’Ambiente Miriam Dalli ha dichiarato che l’innovazione illustra come l’istruzione possa andare oltre le aule scolastiche e avere un impatto sul mondo reale.
Il progetto, finanziato dall’Agenzia maltese per la tecnologia dell’informazione (MITA), è una dimostrazione tangibile della collaborazione tra istruzione, scienza ambientale e tecnologia all’avanguardia.
“Questo progetto consentirà ad Ambjent Malta e ad altre organizzazioni ambientali di migliorare l’efficacia del loro lavoro per la conservazione degli ecosistemi maltesi”, ha dichiarato Dalli.
“La transizione digitale del monitoraggio ambientale di Ambjent Malta sta semplificando e ampliando il processo di identificazione delle specie invasive e, con più dati a disposizione, saremo in una posizione migliore per implementare interventi sostenibili a diversi livelli”.