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Ali, unico sopravvissuto: il bambino che sfida la morte sotto le macerie

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Ali Khalifeh, un bambino di soli due anni, è sopravvissuto a un inferno che nessuno avrebbe mai immaginato. Amputato, bendato e attaccato a un respiratore, lotta per la vita in un letto d’ospedale troppo grande per lui, nel sud del Libano. “Ali è l’unico sopravvissuto della sua famiglia” , ha raccontato con la voce spezzata Hussein Khalifeh, zio del padre. Il piccolo è stato l’unico a sfuggire a un attacco israeliano che ha sterminato i suoi cari e raso al suolo la loro casa a Sarafand, a pochi chilometri da Sidone.

L’incubo è iniziato il 29 settembre, quando un raid ha colpito un intero complesso residenziale, uccidendo 15 persone, tra cui i genitori di Ali, sua sorella e le sue due nonne. Per 14 ore i soccorritori hanno scavato senza sosta, credendo di cercare solo corpi. Poi, il miracolo: “Ali è riemerso dalle macerie, ancora vivo, nel cucchiaio della pala di un bulldozer” ha raccontato lo zio. “Respirava a malapena, ma era lì con noi.”

Questo episodio straziante è solo uno dei tanti che segnano il conflitto tra Israele e Hezbollah, un’escalation che ha già provocato oltre 2.600 vittime in Libano dal 23 settembre, secondo i dati del ministero della Salute.

Ali ora si trova in un ospedale di Beirut, dove i medici stanno preparando il suo fragile corpo a ricevere una protesi. “Era addormentato sul divano quando il missile ha colpito. È ancora addormentato oggi… aspettiamo di completare le operazioni prima di svegliarlo” , ha spiegato il suo parente Hussein.

Ma la tragedia non finisce qui. Altri membri della famiglia Khalifeh portano le cicatrici di quella notte infernale. Zainab, 32 anni, è rimasta sotto le macerie per due interminabili ore. Quando è stata estratta, le hanno dato la notizia che nessuno vorrebbe mai sentire: i suoi genitori, il marito e i tre figli, di età compresa tra tre e sette anni, non ce l’avevano fatta. “Non ha sentito le esplosioni, solo buio e urla strazianti”  ha detto Hussein Khalifeh.

Zainab ora vive con un occhio gravemente ferito, ma è il suo cuore che ha subito i danni peggiori. Il dottor Ali Alaa El-Din, che la segue nell’ospedale di Sidone, è categorico: “Le cicatrici psicologiche di Zainab superano di gran lunga quelle fisiche”. Accanto a lei c’è la sorella Fatima, 30 anni, anche lei ferita nell’attacco, con fratture e danni ai polmoni. “Dal punto di vista medico, non sono i casi più critici che abbiamo affrontato in questa guerra. Ma dal punto di vista umano e psicologico, sono tra i più devastanti” ha concluso il dottore.

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Foto: AFP

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