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Malta

case per disabili nel caos: degrado, inganni e un ex CEO smascherato

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Un orrore nascosto dietro le porte di tre case per disabili è finalmente venuto alla luce, e ciò che è stato scoperto ha lasciato tutti senza parole. Strutture fatiscenti, accuse di nepotismo e una gestione che per anni è sembrata sfuggire ai controlli: le autorità hanno dovuto agire d’urgenza, prendendo il comando della Fondazzjoni Wens e affidandolo a HILA, parte del gruppo Care Malta.

Il motivo? Le condizioni in cui vivevano i 43 residenti di Dar il-Wens e Dar Abilità a Kalkara, e Dar Merħba a Fgura erano semplicemente “scioccanti”. Soffitti bucati, pareti sporche, rinforzi in acciaio esposti e, in un caso, perfino feci sui muri. Una fonte interna al settore ha descritto una delle case come “la peggiore struttura che abbia mai visto a Malta” .

La Social Care Standards Authority (SCSA) ha confermato che la Fondazzjoni Wens non è più responsabile della gestione delle case, specificando che le condizioni di vita “non erano all’altezza degli standard” . Ma dietro questa formula burocratica si nasconde una realtà ben più drammatica.

Una farsa svelata: l’ex CEO si finge un familiare per ingannare i media

Come se la situazione non fosse già abbastanza grave, un incredibile colpo di scena ha scosso la vicenda. Un uomo, presentandosi come “Joe Abela”, ha contattato il Times of Malta  sostenendo di essere il fratello di un residente con la sindrome di Down. Ha denunciato che le famiglie erano state lasciate all’oscuro del commissariamento e che il personale era stato licenziato senza alcun preavviso.

Ma la verità è venuta a galla poco dopo: “Joe Abela” era in realtà Ronald Galea, l’ex CEO della Fondazzjoni Wens. Dopo essere stato smascherato, ha ammesso la bugia, giustificandosi con un goffo tentativo di difesa: “Pensavo che avrebbe reso la mia versione più credibile”, ha dichiarato, scusandosi.

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Il consiglio direttivo della Fondazzjoni Wens ha confermato che le famiglie non sono state avvisate prima del commissariamento, giustificando il silenzio con “l’urgenza della situazione” . Solo il 3 febbraio si è tenuto un incontro per spiegare la transizione.

Il lato oscuro della gestione: nepotismo e personale controverso

Ma le ombre sulla gestione della Fondazzjoni Wens non si fermano alle condizioni delle strutture. Per anni, Galea avrebbe trasformato le case in un vero e proprio affare di famiglia: ben 14 membri dello staff erano suoi parenti o legati alla sua compagna.

Interpellato sulle accuse di nepotismo, la sua risposta è stata sconcertante: “Credo molto nel nepotismo. La legge non dice che non si può lavorare con la propria famiglia” .

Ancora più inquietante, però, è la presenza tra il personale di un suo parente che in passato era stato condannato per aver abusato fisicamente e psicologicamente di una persona con un’età mentale di sei anni. Galea lo ha difeso a spada tratta: “Ha scontato la sua condanna, ha completato il periodo di libertà vigilata e i servizi alla comunità. Ora ha la fedina penale pulita. Non è quel tipo di persona” .

Un sistema senza controlli?

La vicenda solleva interrogativi inquietanti: com’è possibile che la Fondazzjoni Wens sia riuscita a operare per anni in queste condizioni senza che nessuno intervenisse?

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“Le autorità hanno scelto di chiudere gli occhi” , ha dichiarato una fonte del settore.

Nel frattempo, HILA ha preferito non commentare l’accaduto né svelare i piani per il futuro delle strutture. La società madre, Care Malta, gestisce diverse strutture di assistenza nell’arcipelago, ma resta da vedere se riuscirà a trasformare questi luoghi in ambienti dignitosi per chi vi risiede.

Foto: Matthew Mirabelli

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