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Malta

Bambini dietro le sbarre a Malta: interrogativi su salute e diritti

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Bambini di appena tre anni rinchiusi dietro le sbarre. È quanto accaduto a Malta, dove un gruppo di piccoli, insieme a una donna siriana, è stato detenuto per giorni nel centro di Safi in attesa di espulsione, dopo che il loro ingresso nel Paese era stato negato. Un caso che solleva interrogativi inquietanti e indignazione.

Arrivati a Malta con lo status di protezione umanitaria dalla Grecia, la donna e i bambini avrebbero dovuto essere rimandati indietro immediatamente. Ma la situazione ha preso una piega diversa: diversi bambini avevano contratto la varicella, rendendo impossibile il ritorno immediato per motivi sanitari. La loro destinazione, però, non è stata un luogo di cura, ma una cella del centro di detenzione femminile di Safi.

“Invece di fornire supporto, cura e attenzione in una sistemazione adeguata, il governo ha deciso di rinchiuderli,” ha denunciato Neil Falzon, direttore della ONG per i diritti umani Aditus Foundation. E non si tratta di un centro qualsiasi. “Malta ha scelto di trattenerli in un luogo ripetutamente condannato per aver esposto bambini e persone vulnerabili a trattamenti inumani e degradanti,”  ha aggiunto l’avvocato.

La questione solleva dubbi ancora più gravi. Falzon si è chiesto: “Se i problemi di salute hanno impedito la loro immediata espulsione, quali precauzioni sono state prese per proteggere gli altri detenuti del centro di Safi dal rischio di contagio della varicella?”

Nel frattempo, fonti governative hanno assicurato che ai bambini malati sono state garantite cure e assistenza medica. Ma è sufficiente? Secondo Falzon, no. “Il centro di detenzione non è un luogo adatto per bambini. Se un bambino è malato, deve essere curato in un ambiente sicuro e appropriato. Sicuramente non in una struttura come quella di Safi.”

La storia, però, non si ferma qui. Un dettaglio inquietante emerge dal fatto che la donna stesse viaggiando sola con un gruppo di bambini, alcuni dei quali malati. “Una situazione del genere avrebbe dovuto subito sollevare dubbi su possibili episodi di tratta di esseri umani o abusi,” ha sottolineato Falzon. Ma secondo l’avvocato, il governo non avrebbe fatto abbastanza per garantire la sicurezza di queste persone. “Malta ha negato loro l’accesso a qualsiasi forma di supporto indipendente. Da quello che sappiamo, la loro detenzione è stata decisa automaticamente, senza alcuna verifica preliminare,” ha aggiunto.

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Questa vicenda non è un caso isolato, ma mette in luce problemi profondi del sistema migratorio maltese. “L’attuale politica isola le persone vulnerabili, lasciandole in una zona d’ombra senza alcun aiuto,”  ha concluso Falzon, rivelando che Aditus Foundation è venuta a conoscenza della vicenda solo per puro caso.

Falzon ha chiesto con forza maggiore trasparenza nella gestione delle procedure migratorie di Malta, accusando il governo di negare ai detenuti non solo l’accesso a supporto legale, ma anche a un trattamento umano e dignitoso.

Foto: Chris Sant Fournier

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