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Procedimento annullato per un uomo che aveva violato le regole Covid

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Il procedimento dinanzi al Tribunale regionale contro un uomo che rischiava una multa di 10.000 euro per aver presumibilmente violato le norme di sanità pubblica durante la pandemia COVID, è stato annullato da un tribunale che ha stabilito che il diritto del ricorrente a un equo processo da parte di un tribunale indipendente era stato violato.

Nicholas Gatt, 71 anni, si era visto recapitare un avviso di contravvenzione il 10 marzo 2021 per non aver rispettato le rigide misure di autoisolamento adottate all’epoca dalla Direzione della salute ambientale su ordine del Sovrintendente alla salute pubblica.

La presunta violazione prevedeva una multa massima di 10.000 euro.

Piuttosto che pagare la multa, Gatt ha scelto di contestarla davanti al relativo Tribunale regionale.

Durante la prima seduta del 1° giugno 2021, l’avvocato di Gatt ha sollevato una serie di motivi preliminari, tra cui l’argomentazione che il procedimento violava i diritti fondamentali del suo cliente.

L’avviso di contravvenzione, l’ammenda applicabile e la conseguente citazione in giudizio facevano pensare a un’accusa penale e, di conseguenza, doveva essere presieduta da un tribunale indipendente istituito a norma di legge.

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L’avvocato ha anche citato una sentenza della Corte Costituzionale nella causa Federation of Estate Agents vs Director General (Competition), emessa nel maggio 2016, che sostiene la stessa tesi.

La causa è stata rinviata e l’avvocato è stato invitato a produrre la documentazione pertinente via e-mail.

All’udienza successiva, nel settembre 2021, il caso davanti al tribunale è finito davanti a un altro Commissario per la Giustizia che ha ascoltato il caso dopo aver ricevuto una sintesi dell’udienza precedente.

È stata emessa una decisione preliminare in cui il Tribunale ha respinto il motivo relativo alla presunta violazione dei diritti, poiché il Commissario era autorizzato a presiedere tali procedimenti dalla legge del Parlamento.

Nella seduta successiva, che ha visto ancora una volta protagonista il commissario che aveva presieduto la prima udienza, il Tribunale è stato informato che Gatt aveva portato il suo reclamo davanti alla Corte costituzionale.

Di conseguenza, il Tribunale ha sospeso il procedimento in attesa dell’esito della causa per violazione dei diritti depositata presso la Prima Sala del Tribunale civile nella sua giurisdizione costituzionale.

Durante il procedimento, la sovrintendente alla Sanità pubblica Charmaine Gauci ha testimoniato attraverso una deposizione giurata, spiegando che tali norme erano volte a garantire che le persone infette non trasmettessero il virus COVID-19. L’isolamento personale era fondamentale per frenare la diffusione del virus, secondo le linee guida stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie.

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I relativi regolamenti erano stati emanati attraverso emendamenti presentati da due diversi ministri, il Ministro della Giustizia e il Ministro della Salute.

Gli avvocati di Gatt hanno sostenuto che la multa di 10.000 euro non riguardava chiaramente un “reato minore”.

Una questione simile era emersa in casi relativi a multe inflitte da funzionari LESA e una Magistrates’ Court aveva recentemente dichiarato che i Tribunali regionali non erano legittimamente autorizzati ad applicare tali multe.

Nel pronunciare la sentenza, la corte, presieduta da Madam Justice Miriam Hayman, ha osservato che il punto cruciale della questione era se la multa in questione fosse un’accusa penale o semplicemente una sanzione amministrativa.
Prendendo spunto dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte ha osservato che ogni Stato ha il potere di legiferare in merito a diversi aspetti della vita quotidiana e di rispondere alle esigenze che possono sorgere nella gestione del Paese.

Tuttavia, nel farlo, lo Stato deve sempre rispettare i diritti umani fondamentali.

Vergognoso che alcuni mettano in pericolo il benessere degli altri

La pandemia COVID-19 ha indubbiamente innescato una situazione di emergenza che ha reso urgente per le autorità maltesi contenere la diffusione del virus mortale per salvaguardare la salute pubblica, anche alla luce del rapido tasso di trasmissione.

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In effetti, la Corte si è sentita in dovere di riservare un commento in tal senso.

È vergognoso che alcuni irresponsabili abbiano ritenuto di poter mettere in pericolo il benessere altrui violando tali norme, ha osservato il giudice Hayman.

Passando al caso in questione, la corte ha osservato che una multa amministrativa comminata da un tribunale istituito in termini di legge con tutte le garanzie necessarie per assicurare un equo processo non violava alcun diritto fondamentale.

Piuttosto, tale sanzione rientrava nel dovere legislativo di coloro che avevano il compito di gestire l’amministrazione del Paese.

Tuttavia, la formulazione dell’articolo 44A(1) della legge sulla salute pubblica si riferiva all’”accusa di violazione di qualsiasi ordine” e anche a “qualsiasi persona accusata di un reato”.

La relativa multa, consistente e per nulla trascurabile, era applicabile a tutti coloro che violavano le leggi sulla salute pubblica.

La formulazione stessa della legge non lasciava spazio a dubbi sulla natura delle accuse a cui si faceva riferimento.

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“La legge parlava chiaramente di accuse derivanti da reati che comportavano una multa di importo considerevole”, ha osservato il giudice.

Alla luce di tali considerazioni, il tribunale ha concluso che, a prescindere dalla formulazione utilizzata per riferirsi a tale ammenda, si trattava di un’ammenda di natura penale.

Di conseguenza, al fine di garantire il diritto del ricorrente a un equo processo in tempi ragionevoli davanti a un tribunale indipendente e imparziale istituito in termini di legge, la Corte ha dichiarato che il procedimento davanti al tribunale era incompatibile e incoerente con l’articolo 39 della Costituzione.

Questa dichiarazione è stata fatta solo per quanto riguarda il ricorrente.

Tale dichiarazione, annullando il procedimento dinanzi al tribunale, è stata considerata come una “giusta soddisfazione” dal tribunale che ha ritenuto che non fosse necessario un ulteriore risarcimento.

Il sovrintendente alla Sanità pubblica è stato dichiarato non idoneo.

Gli avvocati Natalino Caruana De Brincat e Joseph Calleja hanno assistito il ricorrente.

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