giovedì, Aprile 25, 2024
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Condannati per frode alle prestazioni sociali

Un uomo e una donna sono stati condannati separatamente per frode alle prestazioni sociali, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di aver presentato false richieste per ricevere un’indennità per disabilità grave quando non ne avevano diritto.

Sono stati riconosciuti colpevoli di aver falsificato i documenti per ottenere il sussidio destinato alle persone con gravi disabilità. Le fonti hanno detto che i due facevano parte di un gruppo di 17 persone che stavano affrontando accuse simili a seguito di un’indagine interna del dipartimento dei servizi sociali, poi trasmessa alla polizia.

David Grech, 33 anni, di Żebbuġ, è stato condannato a 13 mesi di carcere, sospesi per due anni, mentre Mary Anne Azzopardi, 57 anni, di San Ġwann, è stata messa in libertà vigilata per 13 mesi.

Entrambi si erano inizialmente dichiarati non colpevoli delle accuse mosse contro di loro, ma poi hanno cambiato idea e hanno deciso di dichiararsi colpevoli.

Il magistrato Gabriella Vella ha sentito che Azzopardi e Grech sono stati accusati di aver falsificato dei documenti tra gennaio e dicembre dello scorso anno con l’intento di commettere una frode quando hanno richiesto un’indennità supplementare riservata a chi soffre di epilessia.

È emerso che avevano presentato una domanda al Dipartimento di sicurezza sociale per ottenere il sussidio di disabilità grave. Tuttavia, successivamente è emerso che la documentazione presentata al dipartimento era falsa e manomessa. Inoltre, chi soffre di epilessia non può guidare, mentre Azzopardi e Grech avevano entrambi una patente di guida valida.

Il tribunale ha appreso che, pur avendo presentato le domande separatamente, non hanno ricevuto alcun beneficio poiché la loro domanda e quelle di altri sono state segnalate durante la fase di elaborazione.

Nel caso di Grech, la corte ha ascoltato anche la testimonianza di un consulente neurologo in pensione che in passato ha lavorato all’ospedale Mater Dei. Egli ha confermato che il certificato medico presentato da Grech nella sua domanda non era stato rilasciato da lui, poiché la calligrafia non era la sua e nemmeno il timbro. Ha inoltre confermato che Grech non è mai stato suo paziente e che non lo ha mai visto prima dell’incontro in tribunale.

Il magistrato Vella lo ha condannato a 13 mesi di carcere sospeso per due anni. Ha inoltre ordinato la conservazione di tutte le prove presentate nel suo caso, in quanto necessarie per altri procedimenti penali.

In una relazione di indagine sociale su Azzopardi ordinata dal magistrato, un ufficiale di sorveglianza ha osservato che viveva una vita stabile in cui i punti focali erano la sua famiglia e il suo lavoro. La sua priorità era quella di condurre uno stile di vita sano e di sostenere la sua famiglia. L’ufficiale ha raccomandato che la Azzopardi fosse aiutata e, pertanto, il magistrato l’ha messa in libertà vigilata per 13 mesi.

L’accusa è stata affidata agli ispettori di polizia Andy Rotin e Wayne Rodney Borg.

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