Non si fermano gli scontri in Sudan, scoppiati ufficialmente il 15 aprile a seguito del fallimento di un accordo tra le due forze militari
presenti nel paese. L’accordo prevedeva l’accorpamento di queste, in un’unico esercito a difesa del paese.
L’esercito regolare è comandato dal presidente Fattah al Burhan mentre il gruppo paramilitare chiamato Rapid Support Forces è sotto il controllo del vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemedti. Entrambi uomini fidati dell’ex dittatore Omar al-Bashir
.
Quelle che tra i due sembravano piccole incomprensioni risolvibili, sono diventate motivo di contri e guerriglia, causa di circa 400 morti tra le forze militari e migliaia di feriti
tra i civili.
Gli italiani presenti sul posto hanno chiesto alla Farnesina il rimpatrio immediato, il quale è cominciato ieri con arrivo dei nostri connazionali a Fiumicino
. Il volo d’emergenza non prevederebbe solamente passeggeri italiani ma, sarebbero a bordo anche cittadini francesi, inglesi, statunitensi, cinesi e canadesi.
Il ministro degli esteri Tajani
soddisfatto dichiara:
Restano comunque presenti sul territorio altri 38 medici e infermieri di Emergency pronti ad aiutare nelle operazioni di soccorso sul territorio sudanese.