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Malta al bivio: trasporti in stallo e fuga di talenti

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Una questione scottante, una vera piaga per Malta: i trasporti si confermano il problema numero uno. È emerso chiaramente dal sondaggio presentato durante la conferenza EY Future Realised Malta 2024 . Il 57% degli intervistati ha puntato il dito contro il sistema di trasporto, definendolo il principale deterrente per il settore industriale. Se questa è la percezione delle aziende, è spaventoso immaginare cosa pensino i cittadini comuni, costretti a fare i conti ogni giorno con il traffico soffocante e la mancanza di alternative.

Ma perché siamo arrivati a questo punto? Due semplici motivi: “mancanza di pianificazione”  e un sistema che ci obbliga a dipendere dalle auto private. Non c’è via di scampo se non attraverso una rivoluzione nei trasporti, con un sistema rapido di massa. Ma chi avrà il coraggio di sfidare l’impopolarità per il bene collettivo?

Nel 2022, il governo ha proposto una soluzione apparentemente rivoluzionaria: una metropolitana sotterranea da 6 miliardi di euro, con appena 25 stazioni da completare in 20 anni. Una trovata che molti hanno bollato come “mera propaganda politica”, e infatti è già stata messa da parte. Tuttavia, un dato è chiaro: il 52% degli intervistati chiede un sistema di trasporto rapido di massa. Le soluzioni non mancano, da un sistema di bus rapidi a una rete leggera su rotaia, realizzabili in meno di cinque anni e a costi nettamente inferiori. Ma un elemento è cruciale: “percorsi dedicati, senza interferenze da parte dei veicoli privati” . Qualsiasi progetto che non segua queste direttive è destinato al fallimento.

Il secondo tema spinoso è quello della cultura. Si sente spesso dire che “la cultura può divorare la strategia a colazione” . E in effetti, la cultura può essere manipolata per far accettare qualsiasi cosa. Malta sembra aver normalizzato pratiche inaccettabili, accogliendo corruzione e pianificazione a breve termine come la norma. Durante il panel, Jan Peter Balkenende ha sottolineato che in un paese normale, tali pratiche sarebbero immediatamente denunciate e sradicate. Ma qui, sono protette, ignorate o peggio, giustificate.

Non sorprende quindi che l’attrattività della “Stabilità e Trasparenza dell’Ambiente Politico, Legale e Regolatorio”  sia precipitata dal 77% al 29% in dieci anni. I giovani, il vero motore del cambiamento, stanno abbandonando l’isola, lasciando un vuoto di competenze che l’industria non riesce a colmare. Il sondaggio EY lo conferma: la carenza di competenze sarà il principale rischio per Malta nei prossimi tre anni.

E poi, c’è il mito della crescita economica. Un PIL in costante aumento, quasi al 5% annuo, che riempie di orgoglio politici e imprenditori. Ma cosa significa per il cittadino medio? Poco o nulla. Il 51% degli intervistati vede nel costo della vita e delle abitazioni il principale ostacolo per attrarre talenti internazionali. Se perfino gli espatriati ben pagati trovano difficoltà, cosa resta a chi vive con il salario minimo?

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Un semplice esempio mette tutto in prospettiva. Negli anni ’60, un impiegato poteva acquistare una casa con tre anni di stipendio. Oggi, ci vorrebbero almeno 15 anni per un piccolo appartamento. La domanda è inevitabile: siamo davvero più ricchi o solo illusi?

Ci stiamo vendendo la qualità della vita, convinti che la ricchezza si misuri solo in numeri. Ma a che prezzo?

Foto: Times of Malta

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