La nave AFM arriverà oggi e attraccherà a Xatt-it Tiben e sarà il più grande investimento fatto dall’esercito maltese. Al momento, la P71
batte ancora bandiera italiana, in attesa di passare formalmente all’esercito maltese nelle prossime settimane, per poi essere inaugurato ufficialmente a gennaio.
Lo scorso venerdì la P71 ha lasciato il porto di Chioggia in Nord Italia, con a bordo 40 soldati guidati dal maggiore Joe Gatt, percorrendo circa 800 miglia
nautiche in due giorni e mezzo per entrare nelle acque maltesi.
Adesso la nave entrerà nella sua nuova casa, la base della squadra marittima di Xatt it-Tiben. Il maggiore Russell Caruana, responsabile del progetto che ha monitorato il lavoro dell’azienda cantieristica italiana Cantiere Navale Vittoria
, prevede che l’imbarcazione entrerà in servizio all’inizio dell’anno.
La P71 sarà dotata di attrezzature
all’avanguardia per navigare. Il ponte della nave avrà un’ampia area da utilizzare come eliporto e potrà ospitare il modello più grande utilizzato dall’AFM, oltre ad accogliere sei tra container e veicoli. In più, l’imbarcazione sarà dotata di un radar e di un avanzato sistema di comunicazione, di un cannone da 25mm, un’armeria e due gommoni lunghi 9 metri.
Durante la presentazione al Ministro degli affari Interni e della Sicurezza Nazionale, Byron Camilleri
, il capo dell’esercito maltese ha spiegato che i soldati a bordo della P71 sono stati coinvolti nella fase di organizzazione delle strutture, in quanto questa sarà la loro seconda casa e potrebbero passare diversi giorni prima di poter sbarcare. Le strutture a disposizione dell’equipaggio saranno diverse come alloggi, cucine, palestre, e un piccolo centro medico, con la presenza di un’infermiera che eventualmente sarà aiutata telematicamente da un medico a terra.
La nuova AFM avrà un grande significato per l’esercito. Si tratta infatti della più grande imbarcazione che la flotta abbia mai avuto, e allo stesso tempo il più grande investimento in un progetto da parte dell’AFM, visto il costo di 50 milioni di euro, cofinanziato dall’UE.