Alessia Bonnici è una giovane artista che, con il suo talento straordinario, sta per sfidare ogni aspettativa. Nonostante sia sulla sindrome dello spettro autistico e abbia una limitata capacità di espressione verbale, Alessia si prepara a salire sul palcoscenico per raccontare una storia che risuonerà nell’anima di chiunque la ascolterà. Ma non lo farà con le parole: sarà la musica a diventare il suo linguaggio. E la connessione con il ruolo che interpreterà è così potente che sembra quasi il destino stesso a volerla portare su quel palco.
Quando Alessia ha letto il monologo di Novecento di Alessandro Baricco, la sua “bocca è rimasta aperta”, racconta sua madre, Cynthia. La rivelazione è stata immediata: c’era una sovrapposizione impressionante tra la storia del pianista jazz che cresce su una nave e la sua stessa esperienza di vita. Un bambino abbandonato su un transatlantico, che diventa un genio della musica, ma rifiuta il mondo esterno per trovare la sua libertà in mare. “Questo bambino è diventato un pianista che preferiva esprimersi con la musica piuttosto che interagire con gli altri,” dice Cynthia. “Non scese mai dalla nave per affrontare il grande mondo fuori”
– una storia che, paradossalmente, rispecchia quella di Alessia: nonostante non ami le interazioni verbali, quando si tratta di musica, riesce a darci più di quanto avremmo mai immaginato.
Questo è l’universo di Alessia, un mondo dove la musica non è solo un mezzo per comunicare, ma una vera e propria estensione di se stessa. La sua performance teatrale in Novecento, che debutterà il 22 e 23 febbraio al Teatro Manoel, segnerà un momento indimenticabile nel suo percorso artistico. Alessia non interpreterà semplicemente un personaggio, ma fonderà la sua abilità musicale con la narrazione, creando un’esperienza unica che, come sottolinea la madre, “rende tutto magico.”
Alessia vestirà i panni del pianista Danny Boodman TD Lemon Novecento, un ruolo che sembra cucito su misura per lei: la musica come unico veicolo di espressione.
Non è un debutto assoluto per Alessia, che ha già calcato i palcoscenici in concerti precedenti. Ma questa volta è diverso: come racconta Cynthia, “Alessia ama essere sul palco, e quando Giovanni Costantino, produttore e attore, le ha proposto di far parte di questa esperienza teatrale, ho subito pensato che fosse l’occasione giusta per spingerla ancora più lontano come artista.”
E il legame tra Alessia e Costantino cresce ogni giorno di più, creando una sinergia che trasformerà la performance in un’esperienza straordinaria.
Il lavoro di Novecento non è solo uno spettacolo teatrale, ma un capolavoro della letteratura italiana contemporanea, che ha ispirato il film La leggenda del 1900
, diretto da Giuseppe Tornatore e con Tim Roth nel ruolo principale. Ora, grazie alla produzione di Costantino Films, questa opera arriva per la prima volta in scena a Malta. E non si tratta solo di una celebrazione del talento di Alessia: lo spettacolo sostiene anche la Fondazione Puttinu Cares, un’iniziativa che porterà un messaggio di speranza e solidarietà a tutta la comunità.
Alessia, però, non è solo una musicista prodigio: è anche una giovane donna che vive la sua arte con una passione unica. “Vive e respira musica,” dice sua madre con orgoglio, “è una cosa che le viene naturale, come se fosse parte di lei.” La musica è il suo modo di essere, la sua lingua, e chi la ascolta non può fare a meno di notare quanto sia profonda la sua connessione con il mondo. Eppure, come osserva Cynthia, “Alessia capisce molto più di quanto pensiamo. È solo che preferisce rimanere un mistero per noi.” Un mistero che Alessia svela ogni volta che si siede al piano, come se fosse lei a possedere il palco, “come se fosse suo,” dice la madre, ancora incredula di come la figlia sia in grado di “dominare” ogni esibizione.
Cynthia ha sempre cercato di circondare Alessia di professionisti che credessero in lei e che la trattassero non come una persona con disabilità, ma come un’artista a tutti gli effetti. “Se qualcuno la vedeva solo come una difficoltà, cambiavo subito le cose,”
racconta con una determinazione che rivela quanto amore e cura abbia messo nel supportare la crescita della figlia. E i risultati sono evidenti: Alessia è ormai una fonte di ispirazione per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di lavorare con lei.
La sua arte è una testimonianza del fatto che, quando si creano le giuste condizioni, le potenzialità di ciascuno di noi possono fiorire senza limiti. Alessia, con il suo talento e la sua passione, è la prova che la disabilità non è una barriera, ma solo un altro aspetto dell’incredibile diversità che rende ognuno di noi speciale. E come spera sua madre, “spero che questa esperienza teatrale apra a Alessia tante altre porte.”
Foto: Jonathan Borg
Video: Jonathan Borg