Melvin Debono, un nome già noto alla cronaca, è riuscito a evitare il carcere nonostante un’aggressione alla sua ex compagna. Un colpo di scena che ha sollevato più di una perplessità, soprattutto considerando che l’uomo, noto come “Il-Quws”, era già finito sotto i riflettori per un inseguimento ad alta velocità con la polizia.
Tutto è iniziato nel dicembre 2022, quando un’accesa discussione tra Debono e la sua ex partner sulla presunta infedeltà di lui è degenerata in violenza. Mentre erano in macchina, l’ha colpita. Poi, una volta scesi, l’ha spinta con forza e l’ha umiliata con insulti davanti ai loro tre figli. Un episodio scioccante, che ha portato alla condanna di Debono a tre mesi di carcere nel novembre 2024, con l’aggiunta di un ordine di protezione per la vittima valido tre anni.
Ma il destino dell’uomo ha preso una svolta inaspettata quando ha deciso di presentare appello. I suoi avvocati, Franco Debono e Marion Camilleri, hanno sostenuto che le ferite riportate dalla donna non erano abbastanza gravi da giustificare una pena detentiva automatica. E, incredibilmente, il giudice Neville Camilleri ha accolto questa linea difensiva.
Esaminando i referti medici, il magistrato ha riconosciuto che la vittima aveva subito “ecchimosi e gonfiore attorno all’occhio destro
“, segni compatibili con un pugno in pieno volto. Eppure, ha ritenuto che le lesioni fossero “minori” e che il contesto della discussione giustificasse una pena meno severa.
Risultato? La condanna al carcere è stata annullata e sostituita con una pena sospesa di un anno.
Una decisione che non mancherà di far discutere, in un periodo in cui la lotta contro la violenza domestica è al centro del dibattito pubblico. La domanda sorge spontanea: cosa serve perché la giustizia prenda sul serio episodi di questo tipo?