Il risultato di un recente sondaggio europeo ha scosso la comunità scientifica: solo metà dei maltesi crede nella teoria dell’evoluzione. E se pensate che questa sia una questione di scarsa conoscenza, pensateci due volte: ben il 54% dei rispondenti a Malta ha affermato di essere d’accordo con l’affermazione che “gli esseri umani, come li conosciamo oggi, si sono evoluti da specie animali precedenti”
. Ma il dato più sorprendente arriva subito dopo: il numero di maltesi che abbraccia l’evoluzione è crollato del 20% in soli quattro anni, il calo più grande dell’intera Unione Europea! Come è possibile che la maggior parte degli abitanti di Malta, una nazione in cui la scienza ha raggiunto traguardi incredibili, rifiuti ancora una teoria scientifica che ha cambiato per sempre la nostra comprensione della vita?
Il cambiamento di rotta è drastico: nel 2021, ben il 74% dei maltesi credeva fermamente nell’evoluzione. Oggi, quasi 4 maltesi su 10 (38%) negano categoricamente che gli esseri umani si siano evoluti da specie precedenti. Addirittura, circa il 10% degli intervistati ha risposto “non lo so”
, segno di una confusione sempre più radicata nella società. E se pensate che Malta sia un caso isolato, vi sbagliate: solo quattro paesi – Romania, Lettonia, Cipro e Slovacchia – mostrano una convinzione minore nell’evoluzione, con la Slovacchia che tocca il fondo con solo il 46% di supporto.
Un dato che lascia a bocca aperta, considerando che la teoria dell’evoluzione, proposta per la prima volta nel XIX secolo da scienziati inglesi, è accettata dalla comunità scientifica globale. La teoria, che suggerisce che tutte le specie viventi, inclusi gli esseri umani, si siano sviluppate attraverso il processo di selezione naturale, ha superato la prova del tempo. Se pensiamo agli esseri umani come una continuazione di un lungo processo evolutivo che affonda le radici in un antenato comune con gli scimpanzé, vissuto tra 6 e 8 milioni di anni fa, sembra incredibile che ancora oggi così tanti si rifiutino di accettarlo.
Nel frattempo, Paesi come la Svezia (88%), la Danimarca (85%) e la Spagna (79%) sono in prima linea nella convinzione che gli esseri umani si siano evoluti da altre specie. Ma cosa sta succedendo a Malta? Qual è la causa di questa visione così divergente? La domanda rimane senza risposta, ma il sondaggio solleva interrogativi urgenti sul livello di comprensione scientifica nel paese.
E non è finita qui. Il sondaggio ha rivelato anche un altro aspetto inquietante della mentalità maltesi: il 41% crede che una cura per il cancro esista, ma che sia stata “nascosta per interessi commerciali”
. E non è tutto: un quarto (26%) degli intervistati è convinto che i governi stiano creando virus in laboratorio per manipolare le persone. Le teorie complottiste, che un tempo sembravano marginali, stanno prendendo piede, non solo a Malta, ma in tutta Europa.
Ma il sondaggio non si è limitato a sondare la fede nell’evoluzione e nelle teorie complottiste. Ha anche esaminato le convinzioni scientifiche generali. Sebbene la maggior parte dei maltesi abbia risposto correttamente alle domande, alcune risposte hanno sollevato dubbi preoccupanti. Quasi la metà degli intervistati (48%) ha erroneamente creduto che gli antibiotici potessero uccidere anche i virus, mentre più della metà (55%) ha affermato che la popolazione mondiale superasse i 10 miliardi, quando in realtà ha raggiunto gli 8 miliardi nel 2022 e non si prevede che tocchi i 10 miliardi prima del 2080.
Le risposte sbagliate a queste domande scientifiche non sono un problema solo di Malta: in tutta Europa, dal 2021, il numero di risposte errate è aumentato drammaticamente. Una crescente disinformazione che mette in discussione la comprensione delle questioni scientifiche fondamentali. Ma nonostante tutto, i maltesi sembrano essere ben informati su molti altri temi. Non sorprende che siano anche tra i meno propensi a credere che gli esseri umani abbiano vissuto contemporaneamente ai dinosauri, o che il cambiamento climatico sia un fenomeno naturale e non causato dalle attività umane.
In generale, però, il sondaggio mette in luce un panorama europeo preoccupante, dove solo un europeo su dieci riesce a rispondere correttamente a più dell’80% delle domande scientifiche. Il futuro della comprensione scientifica sembra più incerto che mai.
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