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Malta

Costruzioni in affanno: tra costi alle stelle e regole più rigide, il futuro è un’incognita

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Un’ondata di difficoltà si abbatte sul settore delle costruzioni: profitti in calo, regolamenti sempre più rigidi e una crescente incertezza sul futuro. Il quadro dipinto dalla Banca Centrale è tutt’altro che rassicurante, con aziende che lottano per far fronte ai costi in aumento e una burocrazia che complica ulteriormente il fare impresa.

Nel 2023 e 2024, le imprese edili hanno registrato un drastico calo dei profitti a causa dell’aumento dei costi dei materiali e delle nuove normative. La Banca Centrale ha evidenziato come queste spese siano “cresciute in modo considerevole” , mettendo in ginocchio le aziende che non sono riuscite a scaricare gli aumenti sui clienti. Il settore immobiliare, al contrario, ha mantenuto una certa stabilità nei profitti, grazie a costi meno volatili.

Nonostante una domanda resiliente nelle vendite e negli affitti di immobili, il settore edile segnala una richiesta sempre più debole per nuovi progetti. E la situazione rischia di peggiorare.

La stretta sui regolamenti cambia le regole del gioco

Il disastro di Jean Paul Sofia ha scosso il settore e spinto le autorità a introdurre regole più severe, tra cui l’obbligo di licenze per appaltatori e costruttori. Questa stretta ha reso il fare impresa “ancora più difficile” , secondo il rapporto della Banca Centrale, con aziende che faticano a navigare un sistema sempre più complesso e monitorato.

Le prospettive future per il settore delle costruzioni e del real estate non sono incoraggianti. Gli operatori del comparto sono i più pessimisti in termini di crescita economica nei prossimi mesi. Tuttavia, nonostante le difficoltà, le imprese prevedono un quadro economico stabile nel breve termine, anche se le sfide restano: costi in aumento, burocrazia paralizzante e un controllo più rigido da parte delle autorità di regolamentazione.

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Intanto, la Malta Development Association, principale rappresentante del settore, avverte che la domanda immobiliare è “in costante crescita”  e lancia l’allarme sulla necessità di ridurre la burocrazia per non soffocare ulteriormente il mercato.

Mancano operai, cala la fiducia: il settore in trincea

Non è solo la burocrazia a pesare. Le imprese denunciano una grave carenza di manodopera qualificata. Il 43% delle aziende nel settore costruzioni e immobiliare ha indicato la disponibilità di lavoratori specializzati come una delle sfide più difficili da affrontare. Ma non è tutto: un altro 43% segnala problemi nel trovare nuovi clienti, sintomo di un mercato sempre più competitivo e stagnante.

In risposta, molte aziende stanno cercando di diversificare le loro fonti di reddito, investendo in nuovi progetti per restare a galla. Ma la realtà è che il sentiment generale del mercato è ai minimi storici.

La fiducia nel business è crollata al livello più basso dal 2021. Nell’ultimo trimestre del 2024, solo il 9% delle imprese ha segnalato un miglioramento delle condizioni commerciali rispetto al trimestre precedente, con un calo di sei punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di ben 25 punti rispetto allo stesso periodo del 2023.

Le previsioni per il futuro non sono più rosee: solo il 20% delle aziende prevede un miglioramento nei prossimi tre mesi, segnando una flessione di 17 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Il settore delle costruzioni e dell’immobiliare si trova in una tempesta perfetta: costi alle stelle, burocrazia oppressiva, mancanza di manodopera e un mercato sempre più incerto. La domanda ora è: chi riuscirà a sopravvivere?

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