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Tregua vicina? Hamas e Israele a un bivio storico

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“Trattative serie e positive.”  Con queste parole, Hamas ha descritto l’ultimo round di colloqui in corso a Doha, in Qatar, per una tregua e uno scambio di prigionieri tra Israele e il gruppo palestinese. Uno spiraglio di speranza, forse, in un conflitto che ha seminato morte e distruzione a Gaza.

“Hamas conferma che, alla luce delle discussioni serie e positive in corso oggi a Doha, sotto l’egida dei nostri fratelli qatarioti ed egiziani, è possibile raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri se l’occupazione smetterà di imporre nuove condizioni” , ha dichiarato il gruppo in un comunicato che ha fatto rapidamente il giro del mondo.

Dietro le quinte, Israele non resta a guardare. Una delegazione israeliana è arrivata lunedì nella capitale qatariota con un obiettivo chiaro: colmare il divario con Hamas e aprire la strada a un accordo storico. Secondo una fonte anonima vicina ai negoziati, la missione israeliana segue da vicino il recente viaggio di David Barnea, capo del Mossad, che mercoledì scorso ha gettato le basi di questo delicatissimo dialogo.

Da mesi, Qatar, Stati Uniti ed Egitto lavorano senza sosta per arrivare a una tregua e liberare gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Finora, solo una fragile pausa nei combattimenti è stata ottenuta a novembre dello scorso anno. In quell’occasione, decine di ostaggi israeliani furono scambiati con prigionieri palestinesi, ma la tregua durò appena una settimana, lasciando il conflitto nel caos.

Ora, però, qualcosa sembra cambiato. Lunedì, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha fatto un’affermazione che ha subito fatto rumore: “Non siamo mai stati così vicini a un accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza.” Un’eco di speranza che sembra trovare riscontro anche tra le fila di Hamas. Un alto funzionario del gruppo basato a Doha ha dichiarato che le trattative sono “più vicine che mai” a una soluzione, pur lanciando un avvertimento chiaro. “Netanyahu potrebbe ancora sabotare l’accordo, come ha fatto ogni volta in passato” , ha detto con tono grave.

Questa potrebbe essere l’ultima opportunità per fermare le bombe, liberare gli ostaggi e riportare un briciolo di pace in una terra devastata. Ma l’ombra di Netanyahu e delle tensioni politiche interne israeliane resta una minaccia incombente su qualsiasi accordo.

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Foto: AFP

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