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Trump salvo per ora: archiviati i casi federali, ma il rischio resta

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Colpo di scena nel cuore della politica americana: il procuratore speciale Jack Smith ha chiesto l’archiviazione dei casi federali contro Donald Trump, compreso quello per sovversione elettorale. Una mossa che ribalta ogni previsione e riaccende il dibattito sulla giustizia e il potere presidenziale. Secondo Smith, la decisione si basa su una storica politica del Dipartimento di Giustizia, che vieta di processare un Presidente in carica.

Le accuse contro Trump erano tutt’altro che banali: cospirazione per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e gestione illecita di documenti classificati dopo aver lasciato la Casa Bianca. Nonostante l’entità delle imputazioni, nessuno dei casi ha mai visto l’aula di un tribunale. “È da sempre posizione del Dipartimento che la Costituzione degli Stati Uniti proibisca l’incriminazione e la successiva azione penale contro un Presidente in carica”  ha dichiarato Smith, chiedendo l’archiviazione prima dell’insediamento ufficiale di Trump.

Eppure, il colpo di scena non chiude definitivamente il capitolo giudiziario: Smith ha richiesto che l’archiviazione avvenga “senza pregiudizi” , lasciando aperta la possibilità di riaprire i casi una volta che Trump terminerà il suo mandato di quattro anni.

Ma non finisce qui. In una seconda mossa altrettanto esplosiva, Smith ha ritirato l’appello contro una decisione che aveva già archiviato il caso sui documenti classificati, scegliendo però di proseguire contro i coimputati Walt Nauta, il valletto di Trump, e Carlos De Oliveira, manager della proprietà di Mar-a-Lago.

Mentre le carte giudiziarie si accumulano, Donald Trump ha reagito senza mezzi termini sui social. “Casi vuoti e illegali, che non sarebbero mai dovuti essere avviati” ha scritto su Truth Social, denunciando una spesa pubblica di oltre 100 milioni di dollari. “Niente di simile è mai successo nella storia del nostro Paese.”

Ma il peso delle accuse resta. Trump deve rispondere di cospirazione per frodare gli Stati Uniti, ostacolare il Congresso durante la certificazione della vittoria di Joe Biden e diffondere false affermazioni sulla vittoria elettorale del 2020. Il tutto sullo sfondo dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, un evento che ha scosso profondamente l’America.

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A livello statale, il panorama legale di Trump non è meno burrascoso. A New York, è stato condannato per 34 capi di imputazione per falsificazione di documenti aziendali, legati a un pagamento segreto alla pornostar Stormy Daniels. In Georgia, affronta accuse di racket per i tentativi di sovvertire il risultato elettorale del 2020, un procedimento che potrebbe restare congelato durante il suo mandato presidenziale.

Tra accuse, archiviazioni e polemiche, il destino giudiziario di Trump sembra più incerto che mai. “Le circostanze sono cambiate”  ha sottolineato Smith, lasciando aperte possibilità che potrebbero riaffiorare una volta terminato il mandato presidenziale.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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