La Serbia è in subbuglio dopo un disastro che ha scosso l’intero paese: il crollo del tetto di una stazione ferroviaria nella città di Novi Sad ha tolto la vita a 15 persone, aprendo una ferita profonda e innescando un’ondata di indignazione nazionale.
I cittadini, spinti dalla rabbia e dalla frustrazione, sono scesi in piazza brandendo cartelli con scritte come “La corruzione uccide”
e chiedendo senza mezzi termini le dimissioni del Primo Ministro Milos Vucevic. Nel frattempo, all’interno del parlamento serbo, la tensione è esplosa, trasformando un dibattito in una rissa tra parlamentari, mentre l’opposizione accusava apertamente il governo di responsabilità per la tragedia.
Il crollo, avvenuto dopo anni di lavori di ristrutturazione, ha portato alla luce ciò che molti sospettavano da tempo: un sistema costruito su corruzione e negligenza. “Le vite perse non sono il risultato di un incidente, ma di anni di complicità tra funzionari e imprenditori corrotti
“, ha dichiarato un manifestante. La rabbia per l’incidente ha alimentato il malcontento verso una classe dirigente percepita come disinteressata alla sicurezza pubblica.
Le autorità hanno annunciato l’arresto di 12 persone, inclusi funzionari di alto livello come un ex ministro delle costruzioni. “Questo è solo l’inizio
“, ha affermato un portavoce della procura, promettendo ulteriori indagini e assicurazioni di giustizia.
In un paese già segnato da una profonda sfiducia verso le istituzioni, questo evento rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso. Novi Sad, una città simbolo di progresso e modernità, si ritrova ora a essere il centro di uno scandalo che ha messo a nudo le debolezze sistemiche della nazione.
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