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Tensione alle stelle tra Israele e Iran: il rischio di una guerra regionale

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L’invasione di Israele in Libano di questa settimana e l’attacco missilistico dell’Iran contro il suo acerrimo nemico, proprio mentre a Gaza imperversa la guerra, hanno fatto esplodere la minaccia di un conflitto ad alta intensità in tutto il Medio Oriente.

La spirale di violenza sembra ormai inarrestabile, pronta a travolgere l’intera regione. E nonostante gli sforzi diplomatici per placare le tensioni, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha lanciato un drammatico avvertimento: “Un ciclo nauseante di escalation dopo escalation.”

Israele reagirà?

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha perso tempo a condannare il lancio dei circa 200 missili contro il suo Paese martedì notte, dichiarando: “L’Iran ha commesso un errore enorme questa notte e ne pagherà il prezzo.”

Secondo David Khalfa, esperto di Medio Oriente presso la Jean-Jaures Foundation di Parigi, Israele non può fare altro che rispondere a questo attacco iraniano “a causa della scala e del fatto che ora sono stati colpiti siti militari sensibili.”

Non è la prima volta che l’Iran attacca direttamente Israele. Ad aprile, un assalto di circa 300 droni e missili aveva scatenato una risposta limitata da parte di Israele, con la distruzione di un radar iraniano per la difesa aerea. Ma questa volta la rappresaglia sarà di gran lunga più massiccia, prevedono gli esperti.

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Con il capodanno ebraico in pieno svolgimento, “forse non è il momento migliore per reagire,” afferma Danny Citrinowicz, specialista di Iran presso l’Istituto per gli Studi di Sicurezza Nazionale di Tel Aviv (INSS), “ma non credo che si aspetterà molto.”

Quali opzioni ha Israele?

Dopo l’attacco iraniano, i leader israeliani hanno iniziato a parlare di una “opportunità storica per affrontare una volta per tutte il regime iraniano,”  secondo Khalfa.

L’ex primo ministro Naftali Bennett è stato tra i primi a invocare un attacco diretto alle strutture nucleari iraniane, che Israele vede come una minaccia alla propria sopravvivenza. Tuttavia, molti degli impianti più pericolosi sono sepolti in profondità, in zone che potrebbero risultare inaccessibili per Israele.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha esortato Israele a rispondere “in modo proporzionale,”  ma Netanyahu ha spesso ignorato tali consigli in passato.

Altre opzioni sul tavolo includono assassini mirati, attacchi contro siti industriali in Iran o operazioni di cyberattacco, secondo esperti e fonti dei media israeliani. Biden ha anche menzionato discussioni in corso su possibili colpi alle infrastrutture petrolifere iraniane, provocando un’impennata dei prezzi del greggio giovedì.

Secondo Khalfa, dopo decenni di tensioni, “Israele e Iran non sono più in una guerra a bassa intensità, ma in un vero conflitto aperto,” che potrebbe evolversi in una “guerra regionale di logoramento.”

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Iran e Israele vogliono davvero la guerra?

Secondo Citrinowicz, l’Iran ha già preparato la sua strategia. “Hanno già pianificato tutto, almeno in parte. Sono pronti,” afferma l’esperto, suggerendo che la risposta di Teheran a una rappresaglia israeliana sarebbe “immediata.”

Sima Shine, un’altra esperta di Iran presso l’INSS, ha sottolineato che l’Iran possiede “capacità distruttive innegabili.” “Possono lanciare più di 200, o addirittura 300 missili, e dispongono anche di droni,” ha avvertito, aggiungendo che Teheran potrebbe anche ricorrere a “operazioni terroristiche all’estero,”  inclusi attacchi contro missioni diplomatiche israeliane o centri ebraici.

“Tutto dipende dalla risposta di Israele: se si trasformerà in una guerra regionale,”  ha spiegato Sina Toossi, senior fellow presso il Center for International Policy di Washington.

Sia Netanyahu che l’Iran stanno “facendo scommesse rischiose,”  ha continuato Toossi, sottolineando che ad ogni escalation, il rischio di un conflitto totale aumenta.

Nonostante ciò, sia Israele che l’Iran hanno più volte affermato di non volere una spirale di violenza reciproca. Ma mentre Israele è già impegnato su molteplici fronti militari, la situazione continua a peggiorare.

Nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano combatte contro Hamas nel tentativo di liberare i 97 ostaggi catturati il 7 ottobre e ancora detenuti. In Libano, dopo giorni di attacchi aerei contro Hezbollah, le truppe israeliane stanno ora affrontando i miliziani sostenuti dall’Iran sul terreno. E in altre zone della regione, Israele è in scontro con gruppi armati come i ribelli Huthi dello Yemen, che hanno intensificato i loro attacchi missilistici e con droni.

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Alla fine, sostiene Citrinowicz, “sia l’Iran che Israele cercheranno una soluzione politica,”  probabilmente con il supporto di Stati Uniti e Francia, il cui ruolo, in particolare in Libano, potrebbe essere cruciale per riportare la calma.

Foto: AFP

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