Nella giornata di ieri un tribunale di Bruxelles ha condannato il cittadino francese Salah Abdeslam e il belga-marocchino Mohamed Abrini per gli attentati jihadisti del 2016 nella capitale belga che hanno ucciso 32 persone, al termine del più grande processo penale del Paese.
La coppia di alto profilo – già condannata all’ergastolo dalla Francia per una strage a Parigi nel 2015 – era tra i sei imputati riconosciuti colpevoli di “omicidio legato al terrorismo” per il più grande attacco in tempo di pace in Belgio.
Gli attacchi suicidi del 22 marzo 2016 all’aeroporto principale di Bruxelles e alla metropolitana sono stati rivendicati dal gruppo dello Stato Islamico.
Centinaia di viaggiatori e personale dei trasporti rimasero mutilati e a sette anni di distanza molte vittime, parenti e soccorritori rimangono traumatizzati.
Le condanne per omicidio prevedono per i colpevoli l’ergastolo in Belgio. La sentenza è prevista dopo la pausa estiva, a settembre.
Abdeslam, 33 anni, è l’unico sopravvissuto dell’attacco di Parigi del 2015 che ha ucciso 130 persone. I procuratori hanno detto alla corte di ritenere che la cellula con base in Belgio abbia anche compiuto la strage del 13 novembre 2015 nella capitale francese.
Abdeslam era fuggito a Bruxelles dopo aver preso parte agli attacchi di Parigi e si era rintanato per quattro mesi in un appartamento che ospitava membri della cellula locale.
È stato arrestato alcuni giorni prima degli attacchi di Bruxelles.
Ma la giuria – che ha trascorso oltre due settimane a deliberare – ha respinto la sua affermazione di non essere stato coinvolto nella pianificazione della violenza.
– Alta sicurezza -Abrini è stato riconosciuto colpevole di essere uno dei team di attentatori suicidi che hanno preso di mira l’aeroporto di Bruxelles e una stazione della metropolitana.
Ha testimoniato di aver deciso all’ultimo minuto di non farsi esplodere all’aeroporto, come ha fatto un altro imputato, Osama Krayem, uno svedese di origine siriana.
Anche Krayem è stato giudicato colpevole di omicidio, insieme agli imputati Ali El Haddad Asufi e Bilal El Makhoukhi.
Il sospetto Osama Atar, che si ritiene sia stato ucciso in un attacco aereo in Siria, è stato condannato in contumacia per aver organizzato gli attacchi.
Altri due imputati – il tunisino Sofien Ayari e il ruandese Herve Bayingana Muhirwa – sono stati assolti dall’accusa di omicidio ma ritenuti colpevoli di partecipazione a un gruppo terroristico.
I fratelli Smail e Ibrahim Farisi sono stati assolti dalle accuse che li riguardavano.
Il processo, iniziato alla fine dell’anno scorso, si è svolto sotto stretta sorveglianza nell’ex quartier generale convertito dell’alleanza militare della NATO.
Decine di sopravvissuti feriti e parenti in lutto hanno testimoniato in modo spesso emotivo durante i mesi di udienze.
La mattina del 22 marzo 2016, due uomini si sono fatti esplodere all’aeroporto internazionale di Bruxelles-Zaventem e un terzo un’ora dopo in un treno della metropolitana vicino alla sede dell’Unione Europea.
Gli attentati – vicino alle sedi della NATO e dell’UE – facevano parte di un’ondata di attacchi rivendicati dal gruppo IS in Europa.
Martedì il tribunale ha formalmente aumentato il bilancio delle vittime degli attacchi da 32 a 35, dopo aver riscontrato un legame tra i traumi subiti e la morte di altre tre persone in seguito.
Tra queste, una donna di 23 anni, presente all’aeroporto, che ha deciso di porre fine alla sua vita attraverso l’eutanasia a causa delle sofferenze mentali inflitte.