Un tribunale tedesco ha condannato lunedì un ex skinhead a quasi sette anni di carcere per l’attacco incendiario del 1991 a un centro di accoglienza per richiedenti asilo che ha ucciso un uomo ghanese.
L’attacco di Saarlouis è rimasto irrisolto per decenni come uno dei casi irrisolti di estremismo più importanti della Germania, prima che l’indagine fosse rilanciata nel 2020 dopo l’emergere di nuove prove.
Il tribunale regionale superiore della città occidentale di Coblenza ha ordinato una pena detentiva di sei anni e 10 mesi per l’imputato 52enne, identificato solo come Peter S. in linea con le norme tedesche sulla privacy.
Avendo vent’anni e quindi essendo minorenne al momento del crimine, ha ricevuto una sentenza minorile per le accuse che comprendevano anche il tentato omicidio e l’incendio doloso aggravato.
Il giudice Konrad Leitges ha dichiarato che l’imputato, che ha ascoltato il verdetto con il capo leggermente chino, ha agito “sulla base delle sue convinzioni estremiste di destra, dovute all’odio per gli stranieri”.
Il tribunale ha stabilito che nelle prime ore del 19 settembre 1991, Peter S. ha versato benzina all’ingresso dell’alloggio dei rifugiati prima di dargli fuoco.
Il fuoco si propagò rapidamente lungo la tromba delle scale, inghiottendo il 27enne ghanese Samuel Yeboah, che morì lo stesso giorno, dopo aver riportato gravi ustioni e inalazione di fumo.
“La sua morte è stata straziante e ha richiesto molto, molto tempo”, ha detto Leitges.
Due residenti si sono salvati saltando dalla finestra, riportando ossa rotte. Gli altri 18 hanno raggiunto la salvezza senza ferite.
Leitges ha detto che Peter S. proveniva da una famiglia problematica e “ha cercato una famiglia sostitutiva” nella scena skinhead intorno a Saarlouis dai primi anni ’90 e ne ha assunto “completamente acriticamente” l’ideologia.
Peter S. è stato arrestato nell’aprile 2022 e da allora è stato tenuto in detenzione preventiva. Nel 2007, durante un barbecue, si era vantato dell’attacco con un testimone dicendo: “L’ho fatto e non mi hanno mai preso”
Quando nel 2019 la testimone ha saputo che una persona era stata uccisa nell’incendio, si è fatta avanti. Il giudice l’ha ringraziata per la sua testimonianza “coraggiosa”.
L’accusa aveva chiesto nove anni e mezzo di carcere, mentre la difesa aveva chiesto quattro anni e mezzo.
All’apertura del processo, nel novembre 2022, i gruppi di sinistra hanno organizzato una manifestazione contro l’oblio del famigerato attacco.