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Il governo olandese crolla per la crisi migratoria

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Il governo di coalizione del primo ministro olandese Mark Rutte è crollato dopo appena un anno e mezzo di mandato, venerdì, a causa di una disputa sulle misure da adottare per contenere il flusso di migranti, secondo quanto riportato dai media locali.

Rutte, il leader più longevo dei Paesi Bassi, ha presieduto i colloqui di crisi tra i quattro partner della coalizione, ma non è riuscito a raggiungere un accordo, come hanno riferito le emittenti NOS e RTL e l’agenzia di stampa olandese ANP.

Non ci sono state dichiarazioni immediate da parte di Rutte o dei membri della coalizione. Un giornalista dell’AFP ha dichiarato che non hanno lasciato immediatamente la sede dei colloqui all’Aia per parlare con i media in attesa.

Rutte, 56 anni, leader del partito di centro-destra VVD, voleva inasprire le restrizioni sul ricongiungimento delle famiglie dei richiedenti asilo, dopo lo scandalo dello scorso anno sui centri di immigrazione sovraffollati nei Paesi Bassi.

Ha chiesto che il numero di parenti di rifugiati di guerra ammessi nei Paesi Bassi fosse limitato a 200 al mese e ha minacciato di far cadere il governo se la misura non fosse passata, secondo i media olandesi.

Ma il Christen Unie – un partito cristiano-democratico che trae il suo principale sostegno dalla “Bible Belt”, la cintura della Bibbia, fortemente protestante nei Paesi Bassi centrali – si è fortemente opposto al piano.

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I quattro partiti hanno tenuto colloqui di crisi mercoledì e giovedì fino a tarda notte nel tentativo di salvare il traballante governo, entrato in carica solo nel gennaio 2022.

Rutte “Teflon”

Ma un compromesso – un cosiddetto “pulsante di emergenza” che avrebbe fatto scattare le restrizioni solo in caso di un numero elevato di migranti – non è stato sufficiente per raggiungere un accordo nei colloqui dell’ultimo minuto di venerdì.

I media locali hanno detto che Rutte – soprannominato “Teflon Mark” per la sua scivolosità politica – ha assunto una posizione dura sull’immigrazione per sviare la sfida dell’ala destra del suo partito.

Rutte è da tempo sotto pressione sulla questione dell’immigrazione a causa della forza dei partiti di estrema destra nei Paesi Bassi, tra cui quello del leader anti-islamico Geert Wilders.

Il secondo leader più longevo d’Europa, dopo il primo ministro ungherese Viktor Orban, dovrebbe ora indire le elezioni per ottenere un mandato per il suo quinto governo di coalizione dal 2010.

Ma potrebbe trovarsi di fronte a una concorrenza interna, a causa della crescente stanchezza degli elettori per la sua lunga permanenza in carica, anche se i rivali di spicco sono pochi.

Le abilità politiche di Rutte lo hanno portato a raggiungere i vertici di quattro governi di coalizione consecutivi, ma ha sfiorato diverse volte l’impresa.

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Il suo precedente governo è stato costretto a dimettersi in massa nel 2021 per uno scandalo sui sussidi all’infanzia che ha preso di mira soprattutto le famiglie delle minoranze etniche.

Nel 2017 è stato ampiamente criticato per aver virato a destra prima delle elezioni, nel tentativo di tenere Wilders fuori dal potere, mentre i partiti populisti aumentavano sulla scia del voto sulla Brexit del 2016 e dell’elezione di Donald Trump.