La Camera bassa del Parlamento italiano ha deciso mercoledì di rinviare di altri quattro mesi un voto molto controverso sulla ratifica del fondo di salvataggio della zona euro.
L’Italia è l’unico Paese a non aver ancora ratificato la riforma del 2021 del Meccanismo europeo di stabilità (MES), che ha rafforzato la potenza finanziaria del fondo e aumentato la sua autorità di supervisione dei
Paesi in difficoltà.
Il governo di coalizione di destra della Meloni è combattuto tra il profondo sospetto nei confronti del MES e le pressioni degli alleati dell’UE per dare il via libera a un accordo che non può essere attuato senza l’approvazione di tutti i parlamenti nazionali.
Venerdì il governo ha chiesto il rinvio, mentre lunedì la Meloni ha dichiarato di ritenere “contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica della riforma del MES”.
Il rinvio di mercoledì è avvenuto dopo che i legislatori dell’opposizione hanno presentato una misura per ratificare il MES, mentre i legislatori della coalizione di governo sono ancora divisi sull’argomento.
Il rinvio è stato approvato con un voto di 195 voti contro 117.
La Meloni ha dichiarato chiaramente che non avrebbe mai utilizzato il MES, che fornisce agli Stati della zona euro in difficoltà prestiti a tassi inferiori a quelli di mercato in cambio di riforme delle finanze pubbliche.
Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda e Cipro ne hanno fatto uso, ma molti in Italia lo considerano uno strumento per i Paesi del Nord Europa per imporre l’austerità al Sud.
L’Italia teme inoltre di essere costretta a ristrutturare il suo enorme debito, valutato al 144% del PIL, il rapporto più alto dell’eurozona dopo la Grecia.
L’UE sta attualmente discutendo la riforma delle sue regole fiscali, note come Patto di Stabilità e Crescita, che fissano i limiti ai deficit di bilancio e al debito degli Stati membri.
La Meloni ha anche detto lunedì che non è un buon momento per ratificare la riforma del MES perché “il governo è impegnato in negoziati decisivi sulla modifica del patto di stabilità e dell’unione bancaria”.
Il patto, che fissa i limiti massimi di deficit e debito pubblico, è stato sospeso nel 2020 a causa della pandemia e dovrebbe tornare in vigore alla fine di quest’anno.