Le elezioni olandesi del 22 novembre promettono di essere un momento sismico nella politica dei Paesi Bassi, in quanto Mark Rutte lascerà la scena dopo un record di 13 anni.
Con i sondaggi che suggeriscono che la gara è troppo equilibrata per essere chiamata e il prossimo governo certo di essere una coalizione multipartitica, ecco i principali candidati che cercano di guidare la quinta economia più grande dell’UE.
Dilan Yesilgoz (centro-destra VVD)
Dilan Yesilgoz, di origine turca, è arrivata nei Paesi Bassi all’età di otto anni, portando con sé solo ciò che la madre poteva stipare nella sua borsa su una barca diretta in Grecia.
Ora l’ex bambina rifugiata spera che la sua dura posizione sulla limitazione del numero di richiedenti asilo sia il coronamento della sua fulminea ascesa politica, fino a diventare la prima donna primo ministro olandese in assoluto.
Definita “un pitbull con i tacchi alti” dal quotidiano De Volkskrant, la 46enne ha recentemente dimostrato la sua voglia di combattere salendo sul ring per una sessione di allenamento con il kickboxer Rico Verhoeven.
Politicamente di sinistra per natura – suo padre era un sindacalista di spicco – ha flirtato con diversi partiti di sinistra prima di aderire al VVD di centro-destra, frustrata dall’atteggiamento ‘paternalistico’ che aveva trovato altrove.
Ha fatto un’ascesa incredibile all’interno del partito, prima nel Consiglio di Amsterdam, poi come ministro del Governo con portafogli che includono energia, clima e affari economici.
Nominata Ministro della Giustizia nel gennaio 2022, il partito ha scelto Yesilgoz come candidato premier quando Rutte si è dimesso a sorpresa quest’estate.
Ha subito scatenato una polemica, annunciando la disponibilità a governare con Geert Wilders e il suo partito di estrema destra PVV.
Esperta di media e ospite regolare di talk show politici, ha un forte seguito sui social media, dove pubblica regolarmente aggiornamenti sui suoi cani.
“Nei pochi anni in cui è stata sotto gli occhi di tutti, sappiamo più cose sulla sua vita privata che su Rutte in tutti gli anni in cui è stato Primo Ministro”, ha osservato De Volkskrant.
Pieter Omtzigt (NSC)
I sostenitori di Pieter Omtzigt lo vedono come una figura di tipo messianico, un mediatore onesto che si eleva al di sopra della plebaglia per ripulire la politica olandese, inficiata dagli scandali.
Il 49enne multilingue è arrivato relativamente tardi nella corsa alle elezioni, fondando il partito Nuovo Contratto Sociale solo in agosto e pubblicando un manifesto settimane prima del giorno delle elezioni.
È salito alla ribalta come informatore, facendo cadere il governo Rutte a causa di uno scandalo in cui migliaia di genitori sono stati ingiustamente accusati di aver richiesto in modo fraudolento gli assegni familiari, a volte dopo un profilo razziale.
Sta cavalcando l’onda del desiderio degli elettori olandesi di una maggiore integrità nella politica, ha detto all’AFP in un’intervista: “Il modo in cui abbiamo fatto politica ha portato a molte crisi, ma non a nessuna soluzione”
Omtzigt ha ripetutamente sottolineato di non voler diventare Primo Ministro – “non vogliamo il potere, vogliamo l’influenza” – ma se il suo partito NSC vince le elezioni, potrebbe avere poca scelta.
Frans Timmermans (PvDA/Groenlinks)
Barbuto e avvilito, l’ex vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans, 62 anni, spera che la sua esperienza, le sue mani sicure e le sue credenziali in materia di clima lo catapulteranno alla carica di Primo Ministro.
Il padre di quattro figli che va in bicicletta – la cui padronanza di diverse lingue impressiona anche nei Paesi Bassi multilingue – ha forgiato una coalizione tra i Verdi e i Laburisti, una forza combinata con cui fare i conti.
Dal 2019, la sua voce potente è stata la cheerleader per il ‘Green Deal’ europeo, con l’ex Ministro degli Esteri Timmermans che ha avuto bisogno di tutte le sue abilità diplomatiche per far passare l’agenda contro gli oppositori di destra.
Ma la sua esperienza a Bruxelles potrebbe addirittura giocare a suo sfavore in patria, con molti olandesi che si oppongono all’interferenza dell’UE, soprattutto nella politica agricola.
Il partito degli agricoltori BBB è salito rapidamente nei sondaggi opponendosi proprio alle politiche promosse da Timmermans a Bruxelles.