Il mondo della Chiesa anglicana è in subbuglio. Justin Welby, l’Arcivescovo di Canterbury, ha annunciato martedì le sue dimissioni, travolto da uno scandalo che ha scosso le fondamenta della fede. Il leader spirituale, sotto il fuoco delle critiche per non aver fermato abusi sui minori, ha scelto di farsi da parte.
Avendo cercato il permesso di Sua Maestà il Re, ho deciso di dimettermi
, ha dichiarato, aprendo un nuovo capitolo per la Chiesa d’Inghilterra.
La bufera è scoppiata dopo un devastante rapporto, pubblicato solo una settimana fa, che accusa la Chiesa di aver coperto per decenni gli abusi di John Smyth, un avvocato e leader evangelico. Secondo il documento, Welby “avrebbe potuto e dovuto”
segnalare alle autorità già nel 2013, quando sostiene di aver appreso la verità.
L’indignazione pubblica è esplosa: una petizione che chiede le sue dimissioni ha già raccolto più di 12.000 firme. Anche tra le alte sfere del clero cresce la fronda, con vescovi e leader spirituali che chiedono apertamente un passo indietro.
Il primo ministro britannico Keir Starmer non ha risparmiato parole dure: “Le vittime sono state gravemente deluse”, ha dichiarato, aggiungendo che la questione delle dimissioni è “una decisione che spetta alla Chiesa”. Ma Starmer non ha nascosto il suo sgomento: “Queste accuse sono orribili, e i miei pensieri vanno alle vittime”
.
Un passato oscuro che torna a galla
Il rapporto Makin Review è un atto d’accusa implacabile. Smyth, che negli anni ’70 e ’80 ha organizzato campi evangelici, è stato responsabile di abusi “prolifici, brutali e orrendi”
su almeno 130 ragazzi e giovani uomini. Le atrocità si sono consumate non solo in Gran Bretagna, ma anche in Zimbabwe e Sudafrica, in un silenzio complice durato decenni.
Smyth, che si era trasferito in Africa nel 1984, è morto nel 2018 in Sudafrica mentre era sotto indagine da parte delle autorità britanniche. Non ha mai affrontato un processo.
Welby, che aveva assunto il ruolo di Arcivescovo di Canterbury nel 2013, ha espresso il suo rammarico: “Sono profondamente dispiaciuto che questi abusi siano accaduti”, sostenendo di non aver avuto “alcuna idea o sospetto”
prima di quell’anno.
In un’intervista a Channel 4 News, Welby ha ammesso di aver considerato le dimissioni ma di aver scelto di restare: “Se avessi saputo prima del 2013 o avessi avuto sospetti, allora e anche adesso, sarebbe stata una questione di dimissioni. Ma non lo sapevo”
.
Foto: AFP