Connect with us

World

Caos a Magdeburgo: psichiatra saudita e i segnali ignorati prima della strage

Published

on

Un’auto lanciata a tutta velocità, un boato di paura e disperazione, cinque vite spezzate in un attimo e decine di persone ferite. È quanto accaduto venerdì scorso nella città di Magdeburgo, Germania, dove Taleb al-Abdulmohsen, psichiatra saudita di 50 anni, ha trasformato un tranquillo mercatino di Natale in una scena di caos e orrore.

Dietro al volante di un SUV, Abdulmohsen ha seminato terrore tra la folla, eppure il suo passato racconta una storia complessa e contraddittoria. Considerato un individuo enigmatico e controverso, si descriveva come “un ateo saudita ” in un’intervista mai pubblicata rilasciata ad AFP nel 2022. In apparenza, un uomo che aiutava le donne saudite a fuggire dalla loro patria, ma che contemporaneamente criticava ferocemente la Germania per la sua accoglienza dei rifugiati provenienti da paesi a maggioranza musulmana.

“Il movente potrebbe essere legato al malcontento per il trattamento riservato ai rifugiati sauditi in Germania”, ha dichiarato un procuratore, mentre il ministro degli Interni Nancy Fraser ha sottolineato che l’uomo nutriva “opinioni islamofobiche “.

Secondo fonti vicine al governo saudita, Riyad aveva già richiesto l’estradizione di Abdulmohsen, avvertendo che “poteva essere pericoloso “. Tuttavia, non è chiaro quale fosse la vera ragione dietro questa richiesta e perché non sia stata accolta in tempo per evitare la tragedia.

I segnali d’allarme c’erano, e non pochi. In un post pubblicato sui social media lo scorso agosto, Abdulmohsen scriveva: “Esiste un percorso verso la giustizia in Germania senza far esplodere un’ambasciata o massacrare cittadini tedeschi a caso? Se qualcuno lo sa, me lo faccia sapere.”

Nonostante questi messaggi inquietanti, un’analisi condotta lo scorso anno dalla polizia tedesca lo aveva classificato come “non pericoloso“. Una valutazione che oggi suona come una tragica sottovalutazione di un individuo che, secondo Taha Al-Hajji dell’organizzazione European Saudi Organisation for Human Rights, era “una persona psicologicamente disturbata, con un senso di sé esagerato“.

Advertisement

Ora, investigatori e analisti cercano di fare luce su un atto che ha lasciato segni indelebili e un’intera comunità sotto shock, mentre si sollevano domande sulla gestione dei segnali premonitori e sulla complessità del profilo di Abdulmohsen.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

Continue Reading