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Avvelenamenti nelle scuole femminili iraniane: circa 200 casi tra Qom e Borujerd

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Nella cittadina di Qom, uno dei principali centri di studi religiosi sciiti, sono stati registrati numerosi casi di avvelenamenti all’interno delle scuole femminili .

I primi casi di avvelenamento respiratorio sono stati circa 10 , di cui tutt’ora non si conoscono gli artefici e non è stato quindi possibile attuare arresti. 

L’avvelenamento proverrebbe dall’inalazione di sostanze chimiche utilizzate in ambito militare. 

I genitori delle studentesse si sarebbero recati davanti al governativo cittadino per protestare e chiedere giustizia a nome delle loro bambine, vittime di una violenza di genere che colpisce anche l’Iran dopo l’Afghanistan.

Stessa sorte è toccata a 90 studentesse di Borujerd in cui, sono stati registrati casi con sintomatologia simile quindi, le giovani sono state condotte in ospedale per cure ed accertamenti. 

Questi casi non sono isolati e senza precedenti ma, sono la coda di altri tragici eventi tra cui la morte di una giovane universitaria di 21 anni per aver ingerito alcool contaminato da una sostanza chimica velenosa.

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Le autorità iraniane stanno indagando riguardo l’accaduto, alla ricerca della fonte dell’avvelenamento. L’agenzia stampa “Irna ” avrebbe dichiarato

Il viceministro della salute Youness Panahi ha implicitamente confermato che l’avvelenamento è stato intenzionale. È emerso che alcuni individui volevano che le scuole, specialmente quelle femminili, fossero chiuse.Agenzia stampa Irna

L’Iran vive attualmente una situazione analoga a quella orchestrata in Afghanistan dai Talebani, i quali vietando l’istruzione al genere femminile, cercano di imporre un “bavaglio ” alla voce e alla libertà di tutte le donne all’interno del paese, considerate scomode e inadatte a partecipare alla vita sociale e politica del paese.