Quando, alle 5:30 del mattino, il telefono di Paul Spiteri Lucas squillò e dall’altro capo gli chiesero di andare subito all’ospedale, tutto fu chiaro in un istante. Non servivano altre parole per capire che la sua amata Emanda se n’era andata per sempre.
Con il cuore pesante e suo figlio Sam, di soli sei anni, al suo fianco, Paul si diresse verso Mater Dei. Mentre si stringevano intorno a lei per darle un ultimo addio, Paul disse al piccolo: “La mamma è ora con gli angeli”. “È stato il momento più difficile di tutta la mia vita”
confida oggi Paul, con le lacrime agli occhi.
Emanda, giovane, solare e con una vita ancora tutta da vivere, è scomparsa ad agosto, a soli 35 anni, dopo una battaglia estenuante di tre anni contro un melanoma, un insidioso cancro della pelle spesso provocato dall’esposizione al sole. Oggi, Paul ha deciso di raccontare questa dolorosa esperienza per avvertire gli altri: “Non voglio che nessuno debba mai vivere ciò che abbiamo vissuto noi”
. Il suo messaggio è semplice ma potente: proteggete voi stessi e i vostri figli dal sole, usate protezioni adeguate e, se notate qualcosa di strano sulla vostra pelle, non aspettate. Fatelo controllare subito.
Paul e Emanda si erano conosciuti a Valletta, la loro amata città natale, che insieme avevano celebrato ogni giorno. Nella casa che condividevano da quando si erano sposati nel 2015, una parete è interamente dedicata a fotografie della capitale, ricordo di un amore puro e gioioso. La proposta di matrimonio era stata una vera fiaba: durante l’airshow del 2013, Paul si era inginocchiato mentre i Red Arrows disegnavano un cuore nel cielo per lei. Poi, nel settembre 2018, arrivò il piccolo Sam, riempiendo la loro vita di una felicità indescrivibile.
Ma nel 2021, un campanello d’allarme cominciò a farsi sentire. Un piccolo neo sul braccio destro di Emanda iniziò a sanguinare e trasudare pus di tanto in tanto. Convinta di averlo urtato per sbaglio, lei non ci diede troppo peso e aspettò alcuni mesi prima di fare una visita. “Dicevamo a Sam che la mamma aveva una piccola ferita”
racconta Paul, nel tentativo disperato di proteggere il bambino dalla dura realtà.
Quando finalmente si decise a farsi visitare, il medico la inviò immediatamente in ospedale, dove il neo venne rimosso insieme a una parte di pelle circostante con un innesto. Solo due giorni dopo, arrivò la conferma che temevano: si trattava di melanoma. Da quel momento iniziò una lunga serie di interventi e una terapia immunitaria che durò un anno. Per mesi tutto sembrava andare per il meglio, ma nell’aprile del 2023 il destino tornò a bussare con crudeltà: Emanda cominciò a soffrire di forti difficoltà respiratorie. Una passeggiata innocente a Valletta si trasformò in un incubo, costringendola a fermarsi per mancanza di fiato.
Dopo gli accertamenti in ospedale, i medici scoprirono un tumore vicino al cuore che causava un pericoloso accumulo di liquido nei polmoni. Da lì in avanti, la vita di Emanda diventò un susseguirsi di terapie e drenaggi. “Sam aveva solo quattro anni. Cercavamo di spiegargli che la mamma aveva una piccola ferita, che non poteva giocare o fare il bagno”
dice Paul, rievocando quei momenti con tenerezza.
Le terapie sembravano funzionare, ma alla fine del 2023 la speranza si trasformò in angoscia: nuove metastasi cerebrali vennero scoperte. La coppia volò a Londra per una terapia radio mirata e tornò a Malta giusto in tempo per il Natale, per stare con il loro bambino. In gennaio, Emanda iniziò una nuova immunoterapia, grazie al supporto della Malta Community Chest Fund, con pillole dal costo mensile di 10.800 euro. Ma, malgrado tutti gli sforzi, le scansioni di maggio rivelarono che le metastasi al cervello stavano aumentando. Mal di testa devastanti cominciarono a tormentarla, ma Emanda, forte e coraggiosa, sopportava tutto in silenzio per non far soffrire Paul e Sam.
La situazione precipitò ad agosto, quando un venerdì Emanda dovette lasciare il lavoro per tornare a casa. Il sabato mattina fu necessario il ricovero d’urgenza. Paul ricorda ogni attimo di quelle ore come fossero scolpite nella sua mente: “Le avevano dato dei farmaci, sembrava stanca ma tranquilla… La sera sono tornato a casa con Sam, e abbiamo parlato con lei per darle la buonanotte. Alle 5:30 del mattino mi hanno chiamato per andare in ospedale. Ho capito subito cosa era successo”
.
Arrivati a Mater Dei, Paul e Sam trovarono Emanda già priva di vita. “Sembrava stesse dormendo. Ho lasciato che Sam la vedesse. Gli ho spiegato tutto e lui l’ha abbracciata. È stato il momento più difficile della mia vita” racconta Paul, asciugandosi le lacrime. “Volevo dargli un modo per dirle addio”
.
Guardando indietro, Paul non può fare a meno di ringraziare la famiglia, gli amici e i colleghi per il supporto che ha ricevuto e che ancora continua a ricevere. “Emanda sapeva sopportare il dolore come nessuno, penso che nascondesse molto di ciò che provava per non farci preoccupare. Alcune amiche mi hanno poi confidato che lei sapeva, nel profondo, che forse non avrebbe mai visto Sam fare la Prima Comunione…”
. Ora Paul e Sam vivono mantenendo vivo il ricordo di Emanda, con fotografie e racconti, facendo in modo che il suo spirito rimanga sempre presente.
Anche la consulente oncologica Kelly Mifsud Taliana, che ha seguito Emanda, si unisce all’appello di Paul: “Fate attenzione a qualsiasi neo nuovo o che cambi aspetto… quanto prima possiamo diagnosticare e trattare il melanoma, tanto meglio è. I trattamenti sono molto migliorati negli ultimi anni, ma intervenire nelle fasi iniziali resta la nostra migliore possibilità”
.
Purtroppo, negli ultimi decenni i casi di melanoma a Malta sono cresciuti notevolmente, con una media di 70-75 nuovi casi ogni anno. Tragicamente, una persona su otto non sopravvive a questa malattia.
Foto: [Archivio Times Of Malta]