Un’enorme palazzina residenziale al posto di un terreno pubblico: questa è la scintilla che ha acceso una feroce polemica a Mellieħa, mettendo il governo al centro di una bufera. Il primo ministro Robert Abela non si nasconde e ammette: “Dove ci sono terreni pubblici, salvo motivi sociali, dovremmo evitare di metterli a bando per lo sviluppo privato”
. Un impegno a voltare pagina, ma per molti, troppo tardi.
La storia è iniziata con la vendita di un terreno pubblico, stimato oltre 12 milioni di euro, a T&S Property Holdings. Il governo lo ha concesso con un contratto di enfiteusi perpetua e rivedibile di 50 anni per un affitto annuo di 380.000 euro, una cifra che i vincitori del bando potranno riscattare entro 15 anni. Sul terreno, questa settimana, sono iniziati i lavori per la costruzione di un mastodontico complesso da 109 appartamenti. Ma Abela ora si chiede: “Con un mercato immobiliare così forte, ha ancora senso dare i terreni statali a privati per lo sviluppo?”
La risposta del pubblico è stata un sonoro “no”. I residenti, sostenuti dai deputati del PN Robert Cutajar e Ivan Castillo e dall’ex europarlamentare PL Cyrus Engerer, hanno presentato una petizione parlamentare per annullare la decisione. Proteste e manifestazioni, organizzate anche dal gruppo ambientalista Il-Kollettiv, hanno definito il progetto un “trofeo di cemento”
, accusandolo di rubare uno dei pochi spazi verdi urbani rimasti. Anche il sindaco di Mellieħa, Gabriel Micallef, e il vice sindaco Matthew Borg Cuschieri hanno preso le parti dei cittadini.
Tuttavia, T&S Property Holdings non ha rallentato. I loro piani prevedono 92 appartamenti su quattro livelli, 17 attici di lusso e 171 garage sotterranei. Per molti, questo rappresenta l’ennesima vittoria del cemento sul verde.
Abela cerca di placare le acque annunciando il progetto “Project Green”, che vedrà destinare quattro terreni pubblici, per un valore complessivo di 20 milioni di euro, alla creazione di spazi verdi per la comunità. Inoltre, ha ordinato alla Lands Authority di interrompere la pratica di mettere a bando terreni pubblici per grandi progetti immobiliari, definendola una “prassi standard del passato che deve finire”. “Questo caso (di Mellieħa) è stato preceduto da centinaia di altri bandi che hanno trasformato terreni pubblici in proprietà private”
, ha ammesso.
Ma per i residenti, questo cambio di rotta arriva troppo tardi. Le loro voci di protesta continuano a riecheggiare, mentre le ruspe avanzano. Intanto, Abela promette un giardino pubblico nell’area come tentativo di compensazione, difendendo al contempo la decisione economica: “Il terreno è stato messo a bando a un prezzo equo, che riflette il valore di mercato.”
Il progetto Mellieħa rimane un simbolo del conflitto tra urbanizzazione e tutela del territorio, un tema che continua a dividere l’opinione pubblica maltese.
Foto: Chris Sant Fournier
Video: Matthew Mirabelli