Un grido disperato di una madre contro l’ingiustizia: Fiona Laferla, madre di Ben, un giovane di 21 anni morto in un tragico incidente stradale, accusa un sistema giudiziario freddo e pieno di errori che cancella ogni speranza di giustizia. “Non basta perdere un figlio, dobbiamo anche affrontare l’indifferenza di un sistema che ci spezza ulteriormente il cuore”
ha dichiarato con dolore.
Ben è morto quando l’auto del suo amico si è schiantata contro un muro a Swieqi. Ma Fiona non punta solo il dito contro il dramma della perdita: denuncia il cinismo e l’insensibilità che ha incontrato nei tribunali. Durante un’intervista al programma radiofonico di Andrew Azzopardi su RTK 103, ha descritto l’assurdità di come errori apparentemente banali – una data sbagliata, un indirizzo errato – possano compromettere un’intera causa penale. “Se io facessi errori del genere mentre insegno, non finirei mai di pagarne le conseguenze” ha sottolineato. “Ma qui, non solo perdi un marito o un figlio, ma su una banalità tecnica perdi anche ogni possibilità di chiudere il cerchio”
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Con un tono carico di emozione, Fiona ha espresso la sua frustrazione per un sistema che sembra immune al dolore delle vittime e delle loro famiglie. “Temo che si diventi insensibili a queste tragedie finché non toccano personalmente. L’indifferenza è la cosa peggiore che possa accadere, e non capisco i politici che non agiscono per cambiare questa realtà”
ha aggiunto.
La freddezza del sistema giudiziario
Ma la freddezza del sistema non si ferma agli errori procedurali. Fiona ha raccontato l’umiliazione subita in aula di fronte al primo avvocato del guidatore. “Sono una persona calma, ma quel giorno avrei voluto lanciare qualcosa contro di lui” ha confessato. “Ha cercato di ridicolizzarmi, dipingendo Ben e la sua ragazza nel peggior modo possibile, tirando in ballo questioni che non avevano nulla a che vedere con il caso”
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Maxime Asacha Muehlematter, il ventiduenne al volante dell’auto in cui Ben ha perso la vita, ha ammesso l’anno scorso di aver causato la morte del giovane. Nonostante ciò, è stato assolto dall’accusa di guida in stato di ebbrezza per mancanza di prove. Inizialmente, infatti, un’altra passeggera, all’epoca diciassettenne, aveva dichiarato alla polizia di essere lei alla guida. Solo in seguito ha ritrattato, confessando la verità, e ha ricevuto una condizionale.
Un appello accorato ai politici
Nonostante tutto, Fiona non cerca vendetta. “Non volevo che andasse in prigione, ma avrebbe dovuto ricevere un divieto di guida più lungo. Se non poteva essere per sempre, almeno per un periodo significativo” aveva detto l’anno scorso al Times of Malta. Sabato ha ribadito questa richiesta, esortando i politici a intervenire su un sistema palesemente carente, soprattutto in un contesto in cui le morti stradali si ripetono con tragica regolarità. “Sapevo che sarebbe stato solo uno schiaffo sul polso, perché avevo visto cosa era accaduto in altri casi” ha detto. “Ma quando hai già perso tuo figlio, questo non basta. Non si accorgono di queste cose quelli che stanno ai vertici?”.
Crediti foto e video
Foto: Jonathan Borg
Video: Karl Andrew Micallef