Un’ondata di pioggia e, come al solito, le strade di Msida si trasformano in fiumi impetuosi, le fogne scoppiano e il tanfo invade l’aria. Un disastro prevedibile, ma soprattutto evitabile, se solo le autorità si decidessero ad agire. ADPD lancia l’allarme: Malta sta sprecando enormi quantità d’acqua a causa di infrastrutture obsolete e di una gestione scellerata delle risorse idriche.
Durante una conferenza stampa accanto allo storico Għajn tal-Ħasselin, il partito dei Verdi ha denunciato con forza la situazione. Il vicepresidente Carmel Cacopardo ha puntato il dito contro la totale assenza di manutenzione e pianificazione, sottolineando come le fogne che traboccano dopo ogni temporale siano la prova lampante di un sistema che non regge più. “È uno spreco inaccettabile e un pericolo per tutti,”
ha dichiarato.
Un tempo, ogni casa a Malta veniva costruita con una cisterna per raccogliere l’acqua piovana, un’abitudine intelligente e sostenibile che oggi, inspiegabilmente, è andata persa. “La Planning Authority ha l’obbligo di garantire che anche le nuove abitazioni siano dotate di cisterne,” ha incalzato Cacopardo, sottolineando come questa semplice soluzione potrebbe ridurre drasticamente il problema. Ma il problema non riguarda solo le abitazioni: la Water Services Corporation (WSC) ha una responsabilità diretta nel garantire che l’acqua piovana non finisca nel sistema fognario. “Quando questo accade, le fogne vanno in tilt e Msida diventa un lago pericoloso per tutti,”
ha avvertito.
Chiunque abbia vissuto un temporale a Msida sa bene di cosa parla. Le immagini delle strade allagate con auto che arrancano tra onde marroni sono ormai un classico dei social media. Ma c’è di peggio. “In alcuni casi, l’acqua che sommerge le strade puzza di fogna, perché il sistema non riesce a gestire l’enorme afflusso di pioggia. Quello che trabocca non è solo acqua piovana, ma un mix disgustoso di liquami,”
ha denunciato Cacopardo.
Il problema non si ferma qui. L’acqua che finisce nelle fogne viene poi trasportata nei depuratori di Xgħajra e Mellieħa, ma con volumi così alti, gli impianti non riescono a stare al passo. Il risultato? “I depuratori collassano e i liquami finiscono direttamente in mare,” ha rivelato Cacopardo. “È un disastro ambientale ed economico. E l’aspetto più grave è che potrebbe essere evitato, se solo le autorità facessero rispettare la legge.”
Ma non è solo l’acqua piovana a essere mal gestita. Gli agricoltori maltesi si lamentano da tempo della scarsità di acqua depurata destinata ai campi, una risorsa essenziale che viene distribuita con il contagocce. Il segretario generale di ADPD, Ralph Cassar, ha attaccato duramente la gestione della WSC. “La distribuzione dell’acqua purificata agli agricoltori è ridicola. Dovrebbe essere proporzionata alle reali necessità di chi lavora la terra,” ha detto, riportando le lamentele dei coltivatori. “Gli agricoltori ci hanno detto chiaramente che l’accesso a questa acqua dovrebbe dipendere solo dalla quantità di produzione agricola e dall’estensione dei terreni… e dovrebbe essere riservato ai veri agricoltori!”
Infine, Cassar ha sollevato un altro tema scottante: il ritardo della WSC nel migliorare il sapore dell’acqua del rubinetto. I maltesi continuano a spendere cifre enormi per l’acqua in bottiglia, quando basterebbe un intervento mirato per rendere quella del rubinetto una scelta più appetibile. “La WSC deve dare la priorità a questo progetto. È un passo fondamentale per ridurre gli sprechi e incentivare più persone a bere l’acqua di casa,”
ha affermato.
Foto: ADPD