Malta è stata appena surclassata da paesi come Rwanda e Arabia Saudita nell’indice globale delle percezioni di corruzione. Eppure, la cosa sorprendente è che ormai nessuno sembra più reagire. La popolazione è talmente abituata agli scandali politici che, quando emergono nuovi casi, si fa appena notizia. La vera sorpresa, però, è l’ennesima proposta del governo che potrebbe aprire la porta a un abuso di potere senza precedenti: una riforma delle indagini che, secondo l’ADPD, rischia di trasformare i governanti in “ladri senza scrupoli”.
Sabato, fuori dai tribunali di Valletta, Sandra Gauci, presidente dell’ADPD, e Mario Mallia, vice segretario generale, hanno tenuto una conferenza stampa dai toni durissimi, condannando questa proposta come un tentativo “chiaro” di scardinare la possibilità di fare giustizia. E se questo piano dovesse andare avanti, la protesta del partito non si farà attendere: una manifestazione è già stata convocata per domenica alle 16, fuori dal Parlamento, per chiedere che la riforma venga fermata prima che sia troppo tardi.
Il rapporto 2024 di Transparency International, appena pubblicato, ha inserito Malta al 65° posto nel mondo nell’indice di corruzione, collocandola insieme a paesi come Kuwait, Montenegro e Romania, ma anche dietro Arabia Saudita e Rwanda. Solo Bulgaria e Ungheria hanno fatto peggio in Europa. Un dato che ha suscitato l’ira di Mario Mallia, che non ha esitato a dichiarare che la corruzione nel paese ha ormai “raggiunto livelli mai visti prima”.
“È come un cancro che cresce senza freni, e ormai siamo così abituati che ci sembra normale. La corruzione è diventata parte della nostra quotidianità. La situazione è drammatica,” ha detto Mallia, visibilmente preoccupato per un sistema che non sembra reagire alla decadenza delle istituzioni.
E le parole di Mallia hanno scosso chiunque le abbia ascoltate: “Quando un commissario di polizia resta inerte, nonostante le prove di corruzione, tangenti e assunzioni fantasma, e quando un procuratore generale si fa scudo per chi infrange la legge invece di difendere la giustizia, allora siamo davvero in pericolo.” Un attacco diretto alla classe dirigente, che non sembra neppure impegnarsi per mantenere vivo lo stato di diritto.
Ma non è tutto. Sandra Gauci ha rincarato la dose, lanciando l’allarme su quella che ha definito una mossa spregiudicata del governo: “L’accelerazione della riforma delle indagini magisteriali non è altro che una prova delle loro reali intenzioni,” ha dichiarato. E se questa legge dovesse passare, ha aggiunto, i cittadini perderebbero uno degli ultimi strumenti per combattere la corruzione. Un pensiero che l’ha portata a ricordare come, proprio grazie a indagini civiche, è stato possibile rivelare lo scandalo dell’ospedale Vitals.
Concludendo, Sandra Gauci si è chiesta: “Quanti altri scandali ci sono pronti a esplodere sotto il tappeto?” Una domanda che lascia senza fiato, soprattutto se si pensa a quanto stia accadendo nel cuore del governo. “Con un commissario di polizia e un procuratore generale che non hanno alcuna intenzione di fermare la corruzione, questa riforma sarà la pietra tombale su ogni speranza di giustizia,” ha avvertito la leader dell’ADPD.
E la promessa dell’ADPD è chiara: se mai dovessero arrivare in Parlamento, la loro battaglia per trasparenza e responsabilità sarà la base di un nuovo governo. Ma se la situazione attuale non cambia, l’ombra della corruzione continuerà a crescere indisturbata.
Foto: ADPD