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Malta e la mafia: come la mafia italiana ha visto Malta come una seconda casa

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Antonio Ciavarello (foto principale) è stato arrestato giovedì a Mosta, Sebastianno Bruno (foto in alto) è stato catturato mentre andava a pranzo a Buġibba, Aldo Gionta (foto in basso) è stato fermato mentre si imbarcava su un traghetto per Malta.

L’arresto di Antonio Ciavarello, avvenuto a Mosta in un giovedì mattina qualunque, ha riportato sotto i riflettori il ruolo di Malta come nascondiglio preferito da boss e scagnozzi della mafia.

Ciavarello è il genero del noto boss della mafia siciliana Totó Riina, un tempo capo del clan Corleone immortalato da Francis Ford Coppola nella trilogia de Il Padrino.

The story in Times of Malta of Antonio Ciavarello’s arrest in Mosta last Thursday.

L’articolo del Times of Malta sull’arresto di Antonio Ciavarello a Mosta giovedì scorso.

Ma Ciavarello è solo l’ultimo di una lunga serie di mafiosi legati a clan mafiosi italiani o siciliani ad essersi nascosti a Malta nel corso degli anni. Lo stesso Riina era noto per essere un assiduo frequentatore di Gozo, spesso avvistato in Piazza San Francesco a Victoria.

Come molti altri prima di lui, Ciavarello è riuscito a mantenere un basso profilo a Malta, evitando di scontrarsi con la polizia e presentandosi doverosamente al suo lavoro quotidiano di autista presso un’impresa edile.

Nomi falsi, travestimenti e un’imboscata al traghetto

Alcuni dei suoi predecessori avevano fatto di tutto per nascondere la propria identità.

Sebastiano Brunno, il capo del clan Nardo di Cosa Nostra siciliana, è stato arrestato con grande clamore nel 2014 dopo cinque anni di latitanza. Brunno aveva vissuto sotto falsa identità, facendosi chiamare con il fantasioso nome di Natale La Modica, esibendo persino una carta d’identità italiana falsa quando, poco prima del suo arresto, la polizia lo aveva avvicinato mentre si recava a pranzo in un ristorante di Buġibba.

Apparentemente non turbato dalla prospettiva di anni dietro le sbarre, Brunno si sarebbe congratulato con la polizia mentre veniva ammanettato, dicendo loro “ben fatto, mi avete trovato”. Attualmente sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio del 1992 di un uomo di nome Nicolò Agnello.

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Sebastiano Brunno, head of the Nardo clan of the Sicilian Cosa Nostra, was arrested in Buġibba to great acclaim in 2014 after five years on the run.

Sebastiano Brunno, capo del clan Nardo di Cosa Nostra siciliana, è stato arrestato a Buġibba con grande clamore nel 2014 dopo cinque anni di latitanza.

All’inizio dello stesso anno, Aldo Gionta, membro della camorra napoletana, è stato catturato dalla polizia italiana a Pozzallo mentre cercava di imbarcarsi su un traghetto per Malta.

Gionta era noto per essere un po’ un ribelle, spesso indossava parrucche e addirittura si travestiva nel tentativo di sfuggire alle autorità. Conosciuto come il “capobranco poeta”, grazie alla sua predilezione per scrivere poesie mentre era in cella, Gionta era ricercato dalla polizia per aver assoldato il proprio fratello per uccidere un uomo che aveva schiaffeggiato suo figlio di 14 anni, dopo che il ragazzo gli aveva lanciato un uovo durante i festeggiamenti del carnevale.

Simone Gaetano, ritenuto essere un membro del clan mafioso Stidda, stava compiendo il viaggio opposto in traghetto da Malta a Pozzallo nel settembre 2019, solo per trovare la polizia siciliana ad attenderlo pazientemente mentre sbarcava.

Innumerevoli altri, dal mafioso di Cosa Nostra Giuseppe Arcaria a Francesca Rispoli, figlia del notorio capo della ‘Ndrangheta Vincenzo Rispoli, sono stati catturati o mentre viaggiavano verso o nascondendosi a Malta, o, nel caso di quest’ultima, dopo aver organizzato quello che la polizia ha descritto come una pestaggio estorsivo a Marsascala.

Stories in Times of Malta about Mafia links to the country.

Articoli sul Times of Malta sui legami della mafia con il Paese.

Carlo Bonini, vice caporedattore de La Repubblica, ritiene che i mafiosi catturati a Malta nel corso degli anni siano solo la punta dell’iceberg: “In realtà, nessuno sa davvero quante persone si nascondano a Malta”, ha dichiarato a Times of Malta.

Traffico di droga e racket del gioco d’azzardo dominano l’attività mafiosa

La presenza della mafia nel mondo criminale maltese è distribuita tra diverse famose famiglie mafiose, ognuna delle quali ha conquistato una parte del mercato.

Secondo la DIA, l’agenzia antimafia italiana, Cosa Nostra è particolarmente attiva nel traffico di droga, mentre le famiglie della ‘Ndrangheta e dei Santapaolo-Ercolano operano soprattutto nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse.

Un’importante operazione di polizia del 2021, denominata “Operazione La Valletta”, ha scoperto come gli operatori mafiosi hanno contrabbandato circa 430 kg di cannabis e cocaina dalla Puglia a Malta. Con l’aiuto del loro contatto locale, un uomo di nome John Spiteri, la droga è stata nascosta all’interno di un negozio di frutta e verdura ad Attard.

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Questo è avvenuto poco dopo che il mafioso della ‘Ndrangheta, Antonio Ricci, ritenuto una figura chiave del giro criminale calabrese, è stato arrestato a Malta dopo aver frodato le autorità italiane di oltre 60 milioni di euro attraverso un racket del gioco online.

Il gioco d’azzardo online e le scommesse sportive si stanno rivelando un terreno sempre più fertile per la mafia a Malta. Nel 2021, la polizia di Catania ha scoperto che diverse società maltesi venivano utilizzate dal clan Santapaola-Ercolano per evadere circa 30 milioni di euro in tasse sulle scommesse online.

Perché Malta?

La domanda rimane: cos’è che rende Malta così attraente per la mafia?

La DIA, l’agenzia antimafia italiana, ritiene che si tratti di una combinazione di diversi fattori.

Innanzitutto, la vicinanza geografica di Malta all’Italia e alla Sicilia, insieme all’appartenenza all’UE, ha fatto sì che “negli ultimi anni la presenza della criminalità organizzata italiana sia aumentata” sull’isola.

In secondo luogo, il “regime fiscale particolarmente favorevole” di Malta e la sua bassa imposta sulle società la rendono ideale per le attività di riciclaggio di denaro della mafia.

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“In realtà, nessuno sa quante persone si nascondano a Malta”.

Il direttore della DIA, Giuseppe Governale, sostiene che alla fine si tratta di una semplice equazione: “La mafia ha sempre avuto una grande visione, ha sempre fatto un’analisi costi-benefici: in breve, va dove il PIL cresce e dove la legislazione antimafia è ridotta o meno efficace”.

Malta, con il suo decennale boom economico e l’approccio storicamente permissivo alla criminalità dei colletti bianchi, calza a pennello alla descrizione di Governale.

Carlo Bonini è d’accordo. Secondo lui, è un segreto di Pulcinella che centinaia di professionisti italiani usino Malta per nascondere o riciclare il loro denaro, spesso aprendo società e beneficiando di tasse basse. “Se lo fanno le persone normali, perché non dovrebbe farlo la criminalità organizzata?”, si chiede.

Bonini ritiene inoltre che i tipi di industrie che hanno prosperato a Malta negli ultimi anni, dal settore immobiliare al gioco online, siano particolarmente suscettibili di attività di riciclaggio di denaro. Le forze di polizia maltesi, aggiunge Bonini, sono spesso meno attrezzate per rintracciare i membri della mafia in fuga, rispetto alle loro controparti italiane.

“Queste persone sono abituate a nascondersi dalle agenzie antimafia dedicate e dalla polizia con una formazione specializzata nel settore”, ha dichiarato al Times of Malta. Nascondersi dalla polizia maltese, in confronto, è considerato più semplice.

Ma le autorità affermano che il coordinamento tra le forze dell’ordine maltesi e italiane è stato intensificato per affrontare questi criminali.

In un post su LinkedIn poco dopo l’arresto di Ciavarello, il criminologo e capo dell’unità di conformità ai crimini finanziari della Malta Gaming Authority, Antonio Abdilla Zerafa, ha affermato che, sebbene la vicinanza geografica tra Malta e l’Italia aumenti le possibilità che bande criminali si stabiliscano a Malta, la “collaborazione sostenuta ed efficace tra le forze dell’ordine di entrambe le nazioni ha costantemente facilitato l’arresto di figure criminali di alto profilo e la confisca di beni illeciti”.

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