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Malta e la mafia: come la mafia italiana ha visto Malta come una seconda casa
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11 mesi agoon
L’arresto di Antonio Ciavarello, avvenuto a Mosta in un giovedì mattina qualunque, ha riportato sotto i riflettori il ruolo di Malta come nascondiglio preferito da boss e scagnozzi della mafia.
Ciavarello è il genero del noto boss della mafia siciliana Totó Riina, un tempo capo del clan Corleone immortalato da Francis Ford Coppola nella trilogia de Il Padrino .
Ma Ciavarello è solo l’ultimo di una lunga serie di mafiosi legati a clan mafiosi italiani o siciliani ad essersi nascosti a Malta nel corso degli anni. Lo stesso Riina era noto per essere un assiduo frequentatore di Gozo, spesso avvistato in Piazza San Francesco a Victoria.
Come molti altri prima di lui, Ciavarello è riuscito a mantenere un basso profilo a Malta, evitando di scontrarsi con la polizia e presentandosi doverosamente al suo lavoro quotidiano di autista presso un’impresa edile.
Nomi falsi, travestimenti e un’imboscata al traghetto
Alcuni dei suoi predecessori avevano fatto di tutto per nascondere la propria identità.
Sebastiano Brunno, il capo del clan Nardo di Cosa Nostra siciliana, è stato arrestato con grande clamore nel 2014 dopo cinque anni di latitanza. Brunno aveva vissuto sotto falsa identità, facendosi chiamare con il fantasioso nome di Natale La Modica, esibendo persino una carta d’identità italiana falsa quando, poco prima del suo arresto, la polizia lo aveva avvicinato mentre si recava a pranzo in un ristorante di Buġibba.
Apparentemente non turbato dalla prospettiva di anni dietro le sbarre, Brunno si sarebbe congratulato con la polizia mentre veniva ammanettato, dicendo loro “ben fatto, mi avete trovato”. Attualmente sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio del 1992 di un uomo di nome Nicolò Agnello.
Traffico di droga e racket del gioco d’azzardo dominano l’attività mafiosa
La presenza della mafia nel mondo criminale maltese è distribuita tra diverse famose famiglie mafiose, ognuna delle quali ha conquistato una parte del mercato.
Secondo la DIA, l’agenzia antimafia italiana, Cosa Nostra è particolarmente attiva nel traffico di droga, mentre le famiglie della ‘Ndrangheta e dei Santapaolo-Ercolano operano soprattutto nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse.
Un’importante operazione di polizia del 2021, denominata “Operazione La Valletta”, ha scoperto come gli operatori mafiosi hanno contrabbandato circa 430 kg di cannabis e cocaina dalla Puglia a Malta. Con l’aiuto del loro contatto locale, un uomo di nome John Spiteri, la droga è stata nascosta all’interno di un negozio di frutta e verdura ad Attard.
Questo è avvenuto poco dopo che il mafioso della ‘Ndrangheta, Antonio Ricci, ritenuto una figura chiave del giro criminale calabrese, è stato arrestato a Malta dopo aver frodato le autorità italiane di oltre 60 milioni di euro attraverso un racket del gioco online.
Il gioco d’azzardo online e le scommesse sportive si stanno rivelando un terreno sempre più fertile per la mafia a Malta. Nel 2021, la polizia di Catania ha scoperto che diverse società maltesi venivano utilizzate dal clan Santapaola-Ercolano per evadere circa 30 milioni di euro in tasse sulle scommesse online.
Perché Malta?
La domanda rimane: cos’è che rende Malta così attraente per la mafia?
La DIA, l’agenzia antimafia italiana, ritiene che si tratti di una combinazione di diversi fattori.
Innanzitutto, la vicinanza geografica di Malta all’Italia e alla Sicilia, insieme all’appartenenza all’UE, ha fatto sì che “negli ultimi anni la presenza della criminalità organizzata italiana sia aumentata” sull’isola.
In secondo luogo, il “regime fiscale particolarmente favorevole” di Malta e la sua bassa imposta sulle società la rendono ideale per le attività di riciclaggio di denaro della mafia.
“In realtà, nessuno sa quante persone si nascondano a Malta”.
Il direttore della DIA, Giuseppe Governale, sostiene che alla fine si tratta di una semplice equazione: “La mafia ha sempre avuto una grande visione, ha sempre fatto un’analisi costi-benefici: in breve, va dove il PIL cresce e dove la legislazione antimafia è ridotta o meno efficace”.
Malta, con il suo decennale boom economico e l’approccio storicamente permissivo alla criminalità dei colletti bianchi, calza a pennello alla descrizione di Governale.
Carlo Bonini è d’accordo. Secondo lui, è un segreto di Pulcinella che centinaia di professionisti italiani usino Malta per nascondere o riciclare il loro denaro, spesso aprendo società e beneficiando di tasse basse. “Se lo fanno le persone normali, perché non dovrebbe farlo la criminalità organizzata?”, si chiede.
Bonini ritiene inoltre che i tipi di industrie che hanno prosperato a Malta negli ultimi anni, dal settore immobiliare al gioco online, siano particolarmente suscettibili di attività di riciclaggio di denaro. Le forze di polizia maltesi, aggiunge Bonini, sono spesso meno attrezzate per rintracciare i membri della mafia in fuga, rispetto alle loro controparti italiane.
“Queste persone sono abituate a nascondersi dalle agenzie antimafia dedicate e dalla polizia con una formazione specializzata nel settore”, ha dichiarato al Times of Malta . Nascondersi dalla polizia maltese, in confronto, è considerato più semplice.
Ma le autorità affermano che il coordinamento tra le forze dell’ordine maltesi e italiane è stato intensificato per affrontare questi criminali.
In un post su LinkedIn poco dopo l’arresto di Ciavarello, il criminologo e capo dell’unità di conformità ai crimini finanziari della Malta Gaming Authority, Antonio Abdilla Zerafa, ha affermato che, sebbene la vicinanza geografica tra Malta e l’Italia aumenti le possibilità che bande criminali si stabiliscano a Malta, la “collaborazione sostenuta ed efficace tra le forze dell’ordine di entrambe le nazioni ha costantemente facilitato l’arresto di figure criminali di alto profilo e la confisca di beni illeciti”.