Un’accusa scioccante scuote il mondo del lavoro a Malta: un uomo di 30 anni, ex dipendente di una famosa compagnia di giochi, è stato arrestato con l’accusa di stupro dopo che una collega lo ha denunciato per aggressione sessuale. Un caso che sta sollevando onde di indignazione e che potrebbe segnare un punto di svolta per la giustizia nell’isola.
Il presunto crimine, che risale a ottobre, è stato rivelato durante l’udienza in tribunale di mercoledì. L’uomo, che ricopriva il ruolo di responsabile del servizio clienti, non solo è accusato di stupro, ma anche di aver compiuto atti sessuali non consensuali nei confronti della donna e di averla costretta a rimanere con lui contro la sua volontà.
L’imputato, tuttavia, respinge fermamente tutte le accuse.
Il magistrato Yana Micallef Stafrace ha deciso di accogliere la richiesta della procura, imponendo il divieto di pubblicare il nome della vittima e garantendo un ordine di protezione in suo favore. Una decisione che ha sottolineato la gravità della situazione e il bisogno di proteggere la privacy della donna coinvolta.
In aula, l’avvocato difensore, Edmond Cuschieri, ha cercato di ottenere la libertà su cauzione per il suo assistito, giustificando la richiesta con il fatto che l’incidente risaliva ormai a quattro mesi fa e che l’uomo veniva arrestato solo ora. “La detenzione dovrebbe essere un’eccezione”, ha affermato, insistendo sul fatto che non ci fossero motivi validi per negare la cauzione.
Ma la procura non è stata d’accordo. Hanno obiettato, sostenendo che la donna non aveva ancora avuto l’opportunità di testimoniare e che l’imputato conosceva il suo indirizzo, avendo addirittura chiamato un taxi per lei in passato. La posizione della procura si è fatta ancora più solida quando hanno spiegato che il ritardo nell’arresto era dovuto al fatto che l’imputato era stato rintracciato solo martedì, dopo che la donna aveva presentato la denuncia alla polizia il 25 gennaio. Inoltre, hanno sottolineato che l’uomo non aveva un indirizzo fisso e che aveva perso il lavoro presso la compagnia di giochi dopo il presunto attacco.
Cuschieri ha reagito, dichiarando che il suo cliente non doveva essere “penalizzato” per il ritardo delle forze dell’ordine nel trovarlo, ma la sua richiesta è stata respinta. Il tribunale ha deciso di non concedere la cauzione, lasciando l’imputato in custodia.
Il caso è stato portato avanti dall’avvocato generale Danika Vella, insieme agli ispettori Dorianne Tabone e Godwin Scerri.
Foto: Matthew Mirabelli