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L’uomo che sarebbe stato sparato dal figlio si rifiuta di testimoniare

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L’ufficio del Procuratore Generale ha insistito sul fatto che il caso deve continuare e che l’accusato deve affrontare un processo con giuria. Foto d’archivio

Un uomo è stato scagionato per aver sparato al padre dopo che quest’ultimo si era rifiutato di testimoniare contro il figlio, lasciando l’accusa priva del suo unico testimone oculare.

Peter Azzopardi ha insistito con il magistrato Yana Micallef Stafrace di non voler testimoniare contro il figlio Steven, 37 anni, accusato di aver tentato di ucciderlo, di averlo minacciato e di aver tentato l’estorsione.

L’incidente è avvenuto fuori dalla loro casa di Għargħur nell’aprile 2018, quando si è accesa una disputa familiare che durava da diversi mesi, presumibilmente per questioni di proprietà.

Il padre è stato colpito alla spalla in un campo vicino a Sqaq it-Xaqquf. Il figlio è stato arrestato poco dopo. Nonostante il proiettile da 0,22 mm conficcato nella spalla destra, le ferite sono state classificate come lievi.

All’accusato, Steven Azzopardi, è stata concessa la libertà su cauzione, dichiarandosi innocente fin dall’inizio. L’arma da fuoco non è mai stata ritrovata.

Durante la prima sessione di raccolta delle prove, una settimana dopo la sparatoria, Peter Azzopardi dichiarò sotto giuramento di non voler testimoniare contro il figlio e di averlo perdonato.

La sua dichiarazione trasformò inevitabilmente la dinamica del caso, poiché l’accusa dovette fare a meno della testimonianza dell’unico testimone oculare del presunto crimine.

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“All’imputato, Steven Azzopardi, è stata concessa la libertà su cauzione, dichiarandosi innocente fin dall’inizio”.

Secondo il Codice Penale, la presunta vittima di un reato di violenza domestica può chiedere al tribunale di sospendere il procedimento contro il presunto autore del reato, ma il tribunale può decidere di proseguire, considerando l’interesse della denunciante, di eventuali minori coinvolti e di altre terze parti interessate.

L’ufficio del Procuratore generale ha insistito che il caso deve continuare e che l’accusato deve affrontare un processo con giuria.

La raccolta delle prove si è trascinata per sei anni, fino alla deposizione di tutti gli altri testimoni dell’accusa, compresi gli agenti di polizia in qualche modo coinvolti nel caso, gli agenti della scena del crimine, gli ufficiali forensi, i periti nominati dal tribunale, gli esperti medici e balistici.

Quando venerdì l’accusa ha rinviato il caso, gli avvocati della difesa Franco Debono e Marion Camilleri hanno chiesto alla corte di sospendere il procedimento, insistendo sul fatto che se l’unico testimone oculare dell’accusa si rifiutava ancora di testimoniare, andare davanti a una giuria sarebbe stato un esercizio inutile.

Il magistrato Micallef Stafrace ha accolto la richiesta, stabilendo che era ampiamente chiaro che Peter Azzopardi, anche in presenza del suo avvocato, voleva che il processo contro il figlio si fermasse qui.

Ha quindi stabilito che il processo contro Steven Azzopardi è stato estinto e lo ha prosciolto da tutte le accuse mosse contro di lui.

L’ispettore di polizia Roderick Spiteri ha esercitato l’azione penale. Gli avvocati Franco Debono e Marion Camilleri erano i difensori. L’avvocato David Gatt è comparso come parte civile.

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