Una petizione che chiede un’inchiesta pubblica sulla morte di Jean Paul Sofia ha raggiunto l’obiettivo di 15.000 firme in cinque giorni.
La petizione è stata creata dalla madre della vittima, Isabelle Bonnici, venerdì scorso e precede il voto in Parlamento di mercoledì.
Dopo aver raggiunto l’obiettivo iniziale, il prossimo obiettivo della petizione è di 25.000 firme. La petizione chiede al governo di nominare un’inchiesta pubblica “che esamini le carenze sistemiche e amministrative che hanno portato alla morte di Jean Paul e che, soprattutto, porti a cambiamenti nel sistema che impediscano che questo accada di nuovo”.
Jean Paul Sofia, 20 anni, è morto quando un edificio in costruzione a Corradino è crollato lo scorso dicembre. Altri cinque operai sono stati salvati, ma Sofia è stato trovato morto sotto le macerie dopo 14 ore di ricerche.
Da allora, Bonnici è stato sostenuto dal Partito Nazionalista.
Giovedì scorso, l’opposizione ha presentato una mozione per la nomina di tale inchiesta.
Tuttavia, durante il dibattito il governo ha presentato un emendamento per eliminare i riferimenti a un’inchiesta pubblica e chiedere invece che l’attuale inchiesta magistratuale, condotta dal magistrato Marsanne Farrugia, sia
Il tentativo dell’opposizione di emendare l’emendamento è stato respinto dall’oratore lunedì, con uno scambio di battute che ha quasi portato il deputato del PN Karol Aquilina ad uscire dall’aula.
Times of Malta
è stato informato che l’inchiesta magistratuale è. Isabelle Bonnici ha dichiarato che, mentre spera che l’inchiesta magistratuale contribuisca ad assicurare alla giustizia i responsabili del crollo dell’edificio, le indagini devono andare oltre l’incidente per far prevalere l’intera verità e la giustizia.
L’inchiesta magistratuale esaminerà i motivi del crollo dell’edificio, ma è necessaria un’inchiesta pubblica per esaminare i processi e le decisioni politiche che hanno portato il governo a concedere terreni pubblici a costruttori che hanno eretto un edificio che è crollato “come un mazzo di carte”, ha dichiarato la Bonnici a Times of Malta
in un articolo.
La Bonnici ha dichiarato di sospettare che decisioni politiche non etiche possano aver portato a concedere il terreno a costruttori irresponsabili, e vuole che anche i politici siano indagati.